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Circonferenza polso bimbi svela rischi infarto e ictus da adulti

Cardiologia | 03/05/2011 13:13

Scoperta tutta italiana sui chili di troppo nei bimbi. La misurazione della circonferenza del polso si è rivelata, infatti, un nuovo marcatore clinico per conoscere, nei bambini sovrappeso e obesi, il rischio di incorrere in infarto e ictus da adulti. Anzi, il nuovo marker di rischio cardiovascolare è risultato addirittura più efficace rispetto dell'indice di massa corporea (Bmi) nello stimare il rischio futuro dei piccoli afflitti dai chili di troppo. E' quanto emerge da uno studio pubblicato su 'Circulation'. L'indagine è stata effettuata da un pool di ricercatori, tutti dell'università Sapienza di Roma e del Polo Pontino, afferenti ai seguenti Dipartimenti dell'ateneo romano: Medicina interna e specialità mediche, Fisiopatologia medica, Scienze della salute pubblica e malattie infettive, Radiologia e Centro di nutrizione e dietetica.

. "La circonferenza della vita, già utilizzata come segnale d'allarme per gli adulti in sovrappeso e obesi, non è risultata essere correlata in modo altrettanto importante con alterazioni metaboliche nei bimbi" afflitti dai chili di troppo, spiega Raffaella Buzzetti, direttore dell'Unità operativa complessa di diabetologia dell'Università Sapienza, Polo Pontino e presidente della Società italiana di diabetologia laziale, che ha coordinato la ricerca. Ecco perché gli studiosi hanno pensato di esaminare il polso. La loro scoperta potrebbe aprire la strada a una sorta di braccialetto centimetrato, da usare al posto del metro da sarta, per misurare i rischi per la salute 'scritti' nel polso dei piccoli taglia XL. Lo studio è stato effettuato su 477 bambini e adolescenti, dai 10 ai 12 anni, in sovrappeso e obesi. In tutti sono stati valutati i livelli di insulina in circolo, il grado di insulino-resistenza e l'indice di massa corporea (Bmi).

Numerosi studi, ricordano i ricercatori, hanno dimostrato che le alterazioni che portano alle malattie cardiovascolari, causate da un restringimento delle arterie, cominciano proprio nell'infanzia. "Oggi il 24% dei bambini italiani tra i 10 e i 12 anni deve fare i conti con un eccesso ponderale che oscilla dal sovrappeso all'obesità", prosegue l'esperta. L'insulino-resistenza, una condizione in cui l'organismo produce insulina ma quest'ultima mostra una ridotta capacità di utilizzare lo zucchero, è una condizione metabolica 'spia' dello sviluppo di malattie cardiovascolari in età adulta. Oltre al primo esame, i ricercatori hanno valutato anche, in 51 soggetti, la sezione trasversale dell'osso a livello del polso (in particolare all'altezza del tubercolo Lister dell'osso chiamato radio) con la risonanza magnetica nucleare.
L'analisi di questo sottogruppo di bambini ha messo in evidenza che, a predire il rischio di insulino-resistenza e quindi quello cardiovascolare, è la componente ossea e non il grasso sottocutaneo. La circonferenza del polso "riflette i livelli di insulina e l'insulino-resistenza nella misura del 20% circa, mentre l'aggiunta del Bmi come marcatore di insulino-resistenza aggiunge soltanto l'1% nella stima del rischio - prosegue Buzzetti - Quindi l'associazione tra circonferenza del polso e insulino-resistenza è significativamente maggiore rispetto a quella con il Bmi". Insomma, a conti fatti non ci sono dubbi: "Abbiamo trovato una stretta correlazione fra la circonferenza del polso, la sua componente ossea e l'insulino-resistenza nei bambini in sovrappeso e obesi. Abbiamo scoperto così un nuovo marker clinico di insulino-resistenza, molto semplice da misurare, che dipende dal tessuto osseo e non da quello adiposo. La nostra scoperta apre una nuova prospettiva nella diagnosi del rischio di incorrere in patologie di tipo cardiovascolare". "Fino ad oggi l'eccesso di grasso, soprattutto quello accumulato livello dell'addome e dei fianchi, ha rappresentato l'indicatore principale per determinare il rischio cardiovascolare", precisa Andrea Lenzi, direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia alla 'Sapienza'. "Ora, con questo metodo clinico, i medici possono conoscere con più facilità il tipo di rischio già nei bambini sovrappeso e obesi, e stimolare le strategie educative per prevenire le patologie cardiovascolari con maggiore successo rispetto a ciò che si può fare in età adulta".

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