Pillole di zucchero al posto di veri farmaci. Metà dei medici tedeschi ha l'abitudine di prescrivere placebo, secondo uno studio dell'associazione dei 'camici bianchi' (Bundesärztekammer, BÄK) del Paese. A quanto emerge dall'indagine, i medici sono convinti che questo sistema, che può prevedere finte compresse, rimedi omeopatici al posto di quelli classici o addirittura 'finta' chirurgia, possa essere efficace contro molti disturbi, in primis quelli allo stomaco e la depressione.
Secondo la ricerca 'Placebo in medicina', in Baviera addirittura l'88% dei medici di famiglia manda a casa i pazienti con una ricetta per così dire 'speciale'. "Il placebo - dice Christoph Fuchs, direttore della BÄK - ha un effetto più forte e complesso di quanto si immagini. E oggi in medicina la sua importanza è enorme". Tanto che l'associazione medica tedesca raccomanda che agli studenti di medicina venga insegnato come utilizzare questo metodo, che può "massimizzare l'effetto delle cure", dice Robert Jütte, autore dello studio e membro della BÄK, "riducendone gli effetti indesiderati e consentendo un uso più oculato delle risorse sanitarie". Nel caso dei disturbi di stomaco, il placebo si è mostrato efficace nel 59% dei pazienti, mentre per la depressione in un terzo dei casi. Il buon funzionamento della 'pillola allo zucchero' dipende da molti fattori, spiegano gli esperti, inclusa la dimensione e il colore della compressa stessa, il suo costo e la sua formulazione: le 'finte cure' più care e quelle somministrate per via endovenosa si sono dimostrate le più efficaci. Importante anche la fiducia nutrita nel proprio medico. Eticamente, il placebo rimane però una zona grigia: pochi medici sanno se è possibile prescriverlo senza incorrere in sanzioni legali. E' per questo che la BÄK ha lanciato la proposta di istituire linee guida internazionali. Per ora, il consiglio dei medici tedeschi è di preferire il placebo solo in situazioni di blandi disturbi. Medici britannici e tedeschi hanno lavorato su un campione di 22 volontari, sulle gambe dei quali hanno posto un oggetto che emanava calore e hanno chiesto loro di fornire un valore al dolore percepito, secondo una scala da 1 a 100. Li hanno poi collegati ad una flebo in modo da poter velocemente somministrare i farmaci, convenzionali (morfina) e non (privi di qualsiasi principio attivo). Alla percezione del dolore con valore 66 i ricercatori hanno iniettato il potente farmaco a loro insaputa, il dolore è sceso solo di pochi punti giungendo a 55, mentre dopo aver detto loro che gli era stato somministrato un antidolorifico, che in realtà era un placebo, la soglia è scesa a 39.
Clicchi qui per partecipare al poll.
Un articolo di grande interesse può essere di particolare utilità ai vostri amici, ai vostri colleghi. E allora perché non condividerlo con loro? Sicuramente trarrebbero un grande vantaggio dal poter essere aggiornati – come lo siete voi grazie a Dottnet – su tutto ciò che accadde nel mondo della sanità della ricerca, della politica. E, una volta condivise con loro le notizie che ritenete interessanti, il bagaglio di conoscenze di ognuno ne risulterà sicuramente accresciuto. A vantaggio di tutti, anche per i vostri pazienti. DottNet offre, così, agli iscritti la possibilità di condividere e di scambiare gli articoli e le informazioni con i propri colleghi, sia con coloro che fanno parte della community sia con quelli che fanno parte della vita professionale. In maniera semplice, veloce e intuitiva DottNet può, dunque, trasformarsi in una sorta di grande piazza telematica a disposizione di tutti con l’obiettivo di far socializzare e condividere nozioni e best practice.
Inoltra e condividi con i tuoi amici e colleghi questo articolo:
per farlo leggi le informazioni cliccando qui
Oppure segui le semplici istruzioni cliccando qui
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
Commenti