Per la morte a 18 anni di una ragazza di Dolo (Venezia) dopo un trattamento farmacologico, l'Asl dovrà risarcire la famiglia con 500 mila euro. Lo ha stabilito il Tribunale a conclusione della causa civile intentata dai genitori nel 2005, tre anni dopo il decesso della giovane. La ragazza è morta per necrosi del fegato causata, secondo i giudici, da un trattamento effettuato in ospedale con un farmaco a base di leflunomide, una sostanza che agisce come immunosoppressore e utilizzata contro una forma di artrite reumatoide.
Il medicinale, tuttora presente nel prontuario farmaceutico italiano, secondo il legale dei genitori, Mauro Zenatto, 'negli Stati Uniti è stato sospeso perché giudicato troppo pericoloso'. Era stata la stessa ragazza navigando in internet, come riportano i giornali locali, a scoprire che il farmaco assunto poteva provocare problemi. Per questo aveva chiesto spiegazioni al medico che la stava curando, che aveva però continuato la somministrazione. Dopo 10 mesi dall'inizio della terapia è avvenuto il decesso. 'Vi è stata una carenza del consenso informato rispetto al farmaco della paziente - rileva Sandro Marcolin, medico legale della famiglia e sindaco di Piove di Sacco - e la causa acclarata della morte è stata attribuita al medicinale, contro il quale c'erano già state diverse segnalazioni'.
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"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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