Medici a confronto: Italia e resto dell’Europa. Dagli stipendi da fame dei camici bianchi del bel Paese alla ricchezza dei colleghi inglesi. Inchiesta di Dottnet

Stretto tra l’informatizzazione dello studio, dall’invio dei certificati online, dal contratto nazionale sempre più svantaggioso, il medico di base italiano ha ben poco da stare allegro. Soprattutto se si confronta con i suoi colleghi europei che pare abbiano maggiori motivi di bearsi di una professione che è una missione. Insomma a dispetto del luogo comune, il medico italiano è tutt’altro che un privilegiato. Anzi, è l’ultimo tra i suoi colleghi europei almeno per quanto riguarda lo stipendio. I colleghi inglesi guardano con un occhio di sufficienza il camice bianco del bel Paese: il loro portafogli, infatti, è ben più gonfio forte dei circa 100mila euro che incassa ogni anno, contro i 44/45 mila del medico di base italiano.
Ma neppure il francese se la passa male con circa 70 mila euro l’anno, e meglio ancora va al tedesco con 90 mila euro l’anno, centesimo più o centesimo meno. C’è da dire che il governo di sua Maestà non vede di buon occhio tanta generosità nei confronti del medico britannico: si tratta di cifre che fanno impallidire anche il più alto dirigente se non addirittura le maggiori cariche istituzionali inglesi. Già perché il medico di base può arrivare a incassare anche 400 mila euro l’anno con aumenti biennali che arrivano anche al 30% dello stipendio. Insomma, una pacchia. Ma dov’è la differenza? Nei sistemi di pagamento e nel tipo di lavoro: in Italia il compenso è a quota capitaria o a stipendio. In Gran Bretagna, invece, c' è un contratto base e una cospicua quota variabile che dipende dal raggiungimento di obiettivi di lavoro, come le vaccinazioni e gli screening, di cui si incarica sempre il practitioner, ovvero il medico di base. Che, in genere, ha più pazienti di quello italiano arrivando anche a tremila se non oltre. La contropartita è un lavoro duro, di grande responsabilità, con visite necessariamente molto brevi e molte uscite domiciliari. E in Inghilterra è tabù il farmaco costoso, pena grossi guai col ministero. E così si prescrivono solo i principio attivi, ovvero il generico. Nel confronto occorre, comunque, tener presente che la vita in Gran Bretagna è sensibilmente più cara, tanto che chi vive e lavora a Londra ha un ulteriore benefit di 3000 sterline al mese. E poi il ritmo di lavoro del medico italiano è certamente meno stressante: sia in Francia sia in Italia, la maggioranza dei medici di famiglia vede meno di 25 pazienti al giorno, mentre il 77% dei medici britannici ne vede in media da 30 a 50 al giorno.
Con differenze consistenti, quindi, anche nei tempi di visita: un consulto in Italia dura in media 16 minuti, mentre in Germania il medico non dedica più di nove minuti a visita. E ancora più rapidi sono gli spagnoli, che a ogni paziente dedicano in media 7 minuti, fino ai 5 minuti degli ambulatori d' oltre Manica. Insomma, si guadagna di meno, ma forse si vive con meno stress con grandi vantaggi anche per gli assistiti che fruiscono di una maggiore tutela. Ma vediamo come funziona la professione negli altri Paesi europei: in Inghilterra la porta di accesso all'assistenza sanitaria passa per lo studio del medico di famiglia (il cosiddetto General practitioner, Gp). Gli inglesi hanno così la possibilità di scegliere il proprio Gp che conserva la cartella clinica del paziente e provvede ad assisterlo con continuità, anche dopo la dimissione dall'ospedale. I medici che hanno conquistato la qualifica di general practitioner richiedono l'assegnazione a uno studio medico generico dove lavorano a fianco di altri Gp, del personale infermieristico di comunità, di infermieri specializzati e terapisti in modo da garantire un'assistenza completa alla comunità in cui operano. L'Inghilterra è all'avanguardia per le partnership tra i medici di famiglia: numerosi studi medici d'Oltremanica hanno, difatti, scelto di riunirsi e di formare i cosiddetti Primary care Trust (Pct).
Queste Unità sanitaria di base controllano l'offerta dei servizi di medicina familiare in una determinata comunità e autorizzano l'assistenza secondaria presso l'ospedale locale. Con la possibilità di gestire anche dei budget per acquistare le prestazioni sanitarie. In Germania i medici di base e gli specialisti hanno di fatto il monopolio ufficiale dell'assistenza ambulatoriale e una chiara funzione di "smistamento" dei pazienti verso gli ospedali. In genere, questi medici non possono praticare la loro professione nelle corsie degli ospedali. I pazienti possono scegliere liberamente a chi rivolgersi, e gli ambulatori più sofisticati dispongono di una vasta gamma di servizi e di strutture diagnostiche avanzate. Il 60% dei medici che forniscono assistenza sanitaria ambulatoriale ha acquisito successive specializzazioni, mentre il restante 40% opera come generico. I medici di base possono essere inseriti in un servizio di assicurazione contro le malattie e una volta ammessi devono aderire a un'associazione medica. Queste associazioni esistono a livello statale e regionale e sono responsabili dell'assistenza medica d'ambulatorio agli assicurati (il 90% dei tedeschi). Le associazioni, inoltre, contrattano con i fondi mutualistici degli importi forfettari che ripartiscono tra i singoli medici in ragione del loro carico di lavoro e in conformità di determinati tariffari. Nonostante ripetuti tentativi il medico di famiglia francese -- il médecin généraliste -- non è mai diventato un vero e proprio filtro verso tutte le altre cure. Oggi i pazienti francesi possono decidere di rivolgersi direttamente al medico generalista o allo specialista. E mentre quest'ultimi si stanno specializzando nell'impiego di tecniche diagnostiche sofisticate la medicina generica in Francia sta puntando verso l'assistenza agli anziani e alle categorie più fragili. Il médecin généraliste può scegliere di convenzionarsi, oppure no, con le Casse malattia. Nel primo caso il medico applica la parcella definita con la Cassa (20 euro per visita) che viene rimborsata al 70% al paziente. Il dottore d'Oltralpe può, comunque, convenzionarsi con possibilità di applicare parcelle più elevate, ma in questo caso dovrà pagarsi i contributi previdenziali. Infine, nel caso in cui rinunci alla convenzione potrà applicare parcelle libere che i pazienti si vedranno rimborsare solo in parte in base a tetti stabiliti. Anche in Francia dagli anni 90 si sono diffuse le reti di medici di famiglia, incentivati a lavorare in team, anche con altri operatori sanitari. In Svizzera nonostante un certo calo di prestigio, il medico di famiglia ha competenze che saranno sempre richieste, in particolare tra qualche anno, quando i malati cronici costituiranno un'ampia fetta della popolazione. Per commentare
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