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Ginecologo condannato per non aver diagnosticato una gestosi

Professione Redazione DottNet | 15/07/2010 12:19

Ad oltre otto anni dalla morte di Fabiana, 27 anni, deceduta il 4 giugno 2002 a Villa Erbosa - che allora ospitava la maternità di Bologna - nelle ore successive al parto naturale di un bambino in ottima salute, la Corte di Cassazione ha messo la parola alla vicenda giudiziaria: è passata in giudicato la condanna a sei mesi di reclusione di un ginecologo bolognese, Giorgio Scagliarini, oltre all'obbligo di risarcire i famigliari costituiti parte civile con gli avvocati Marco Riponi, Alessandro Lovato, Massimo Leone. La terza sezione penale della Corte di Appello di Bologna nel dicembre 2009 aveva confermato le provvisionali immediatamente esecutive del primo grado contro cui aveva fatto appello la difesa del ginecologo: 120.000 euro al marito della donna e 130.000 euro al padre.

 Il parto avvenne, appunto, il 4 giugno 2002 alle 2 di notte a Villa Erbosa, dove si era appoggiato il reparto Maternità in fase di trasferimento. Secondo le indagini non vennero valutati correttamente i sintomi presentati dalla paziente durante il travaglio e nella fase successiva al parto. Secondo l'accusa erano sintomi indicativi di una possibile gestosi. Subito dopo il parto Fabiana lamentò una forte cefalea, un innalzamento anomalo della pressione sanguigna e fastidio alla luce, sintomi che, a detta dei Giudici, avrebbero dovuto indurre il sanitario a domandare esami urgenti che avrebbero consentito una diagnosi precisa della gestosi.

Secondo i periti, questa malattia, tempestivamente diagnosticata e trattata adeguatamente in un reparto di terapia intensiva, avrebbe potuto essere curata. Fabiana rimase fino al tardo pomeriggio senza adeguate cure, morendo lentamente. Scagliarini, difeso dall'avv.Luca Sirotti, è quello che seguì la donna più a lungo, dalla mattina alle 8 sino al trasferimento in rianimazione. Per i commenti clicchi qui

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