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Legge 180, applicata male e con troppe disparità tra regione e regione

Applicata poco e male, con troppe disparità da regione a regione, o intrinsecamente ''sbagliata'' e quindi da modificare: sono le principali posizioni sulla legge 180, la cosiddetta legge Basaglia, istituita il 13 maggio 1978 con l'obiettivo di cancellare i manicomi in Italia e ancora oggi punto di riferimento dell'assistenza psichiatrica in Italia. Recepita nel dicembre 1978 nella legge 833 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale, la legge 180 ha segnato il passaggio dai manicomi al Trattamento sanitario obbligatorio e ai servizi pubblici di igiene mentale. L'obiettivo era promuovere un nuovo approccio alla cura dei pazienti psichiatrici riducendo terapie farmacologiche e contenimento fisico, fino ad allora comunemente praticati nei manicomi, e garantendo ai pazienti una buona qualità di vita attraverso l'assistenza in ambulatori territoriali.

Tuttavia l'applicazione della legge, demandata alle Regioni, ha prodotto risultati molto diversi. Un passo verso una maggiore omogeneità è stato tentato negli anni '90, con i Progetti Obiettivo nazionali sulla salute mentale che individuavano come riferimento strutture non ospedaliere come i Centri di Salute Mentale (1994) e indicavano le priorità (1999). Nonostante ciò, l'ultimo manicomio in Italia è stato chiuso nel 2002 e la disomogenità è ancora un problema. Secondo le stime più recenti, per esempio, i Centri di salute mentale sono poco più di 700 (solo 16 dei quali attivi 24 ore su 24) e le strutture residenziali superano il migliaio, ma con notevoli disparità nel territorio. Alla luce di questa situazione, nel 2008 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato nuove linee di indirizzo nazionale sulla salute mentale per promuovere sostegno domiciliare e dipartimenti di salute mentale.

Intanto il dibattito politico, quanto mai acceso, ha portato a sette proposte di legge di modifica della 180 da parte della maggioranza (molte delle quali puntano ad aumentare i tempi del Trattamento sanitario obbligatorio) mentre il Pd auspica la completa applicazione della legge (è questa, ad esempio, la posizione del presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino). Sulla legge 180 si sono espressi anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, affermando di non prevedere cambiamenti. In particolare Fazio aveva rilevato che la legge attuale permette di prolungare il Trattamento sanitario obbligatorio senza una definizione dei limiti di tempo.

Commenti

Andrea Grosz | 17/07/2010 08:54

La legge 180 ha sicuramente portato un clima di novità nell'ambito psichiatrico italiano, e questo va riconosciuto anche se andrebbero riconosciute esperienze postitive realizzate prima di tale legge, che sono invece state sottoaciute o sottovalutate.
Ma la legge 180 nasceva già insufficiente nel 1978, ed appare oggi alquanto datata, alla luce dei cambiamenti sociali quanto di quelli scientifici: avrebbe potuto essere uno stimolo ad un profondo e continuativo pensiero rinnovativo sulla psichiatria ed invece è stata vissuta -dai suoi stessi sostenitori- come una sorta di totem. 
Il problema di fondo, riguardo alla legge 180, è stato ed è tuttora che essa è oggetto di espressione ideologica, con tutti i limiti che questo porta anche al libero pensiero che dovrebbe caratterizzare la buona psichiatria.

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| 16/07/2010 20:18

la legge 180 è senz'altro una grande rivoluzione concettuale e di atteggiamento nei confronti della malattia mentale. Innanzitutto Basaglia è stato capace di strutturare una gestione della salute mentale nelle sue espressioni patologiche, coerente con i modelli teorici di base; ad esempio la sequenzalità e gradualità degli interventi coercitivi che il medico può attuare in condizioni di garanzia per il diritto del soggetto di esprimere dissenso o consenso alle terapie ritenute necessarie, è eccellente; coincide effettivamente con le necessità del rapporto tra quadri clinici e diritti civili. ASO TSO EXTRAOSPEDALIERO E TSO OSPEDALIERO sono i tre livelli operativi e le tre prassi per affrontare diverse condizioni di dissenso inadeguato; possoso essere utilizzati per la gestione terapeutica coercitiva anche in regimi territoriali ambulatoriali o di DH; il soggetto è garantito dal sindaco e dal giudice tiutelare. Sono la ASP ed i Dipartimenti a non aver adeguato le risorse di personale e mezzi adeguati ad attuare in modo umanizzato i provvedimenti. Mancano ambulanze, equipe strutture territoriali adeguate. I PO 94 e 98 hanno indicato le strutture necessarie sul territorio; a tal proposito voglio dire come in sicilia il nuovo piano di rientro pare che stia riducendo o abolendo i DH psichiatrici; tale evento è a mio avviso inadeguato poichè il dh rappresenta la struttura funzionale strategica nella gestione della maggior parte dei casi riducendo il ricorso ai ricoveri o limitandone la durata. Ritengo che sia la legge 180 che i progetti obiettivi siano fondamentali in certo senso la costituzione della psichiatria in campo sociale.

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Raffaele Aniello | 16/07/2010 18:40

Questa legge è un punto di riferimento non solo in Italia ma in tutto il mondo dove la psichiatria territoriale non è ancora sviluppata. I manicomi in Italia esistono ancora sotto forma di cliniche private convenzionate o meno, in particolare nei grandi centri urbani. Le risorse che vanno ai privati vengono ovviamente sottratte ai servizi pubblici, che risultano spesso deficitari. Non è vero che la 180 vieta l'istituzione di comunità terapeutiche (in quanto ce ne sono a centinaia private). In condizioni di ristrettezza dei finanziamenti è difficile se non impossibile progettare strutture intermedie ed alternative. l'aumento dei posti letto è necessario, ma va potenziata l'attività territoriale, riabilitativa, utile sia a livello preventivo primario e secondario, sia per evitare processi di emarginazione e marginalità estremamente frequenti e problematici nel caso di pazienti più gravi ed affetti da patologie croniche.risorse e progetti sono essenziali, oltre la naturale volontà politica di porre in atto integralmente una riforma così articolata ed importante.

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Raffaello Papeschi | 14/07/2010 15:55

Non sono assolutamente d'accordo che è questione solo di applicare la legge 180. La legge (art. 7, comma 6) fa divieto di istituire qualsiasi struttura di tipo Comunità Terapeutica, come è espressamente detto negli scritti di Basaglia (che io ho recensito nel 1985 in un articolo sul British Journal of Psychiatry), nonchè di riutilizzare le strutture degli ex-ospedali psichiatrici, di istituire divisioni psichiatriche negli ospedali generali ecc. ecc. Questo divieto va assolutamente abrogato, se si vuole adeguare l'assistemza psichiatrica in Italia a quella dei paesi civili. Ho lavorato come ricercatore e come psichiatra per otto anni in Inghilterra, Canada, Danimarca e Germania, e in nessuno di questoi paesi i malati mentali sono abbandonati a se stessi e/o alle loro famiglie come in Italia. E' l'ennesima vergogna italiana!

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Vincenzo Fricchione Parise | 13/07/2010 15:46

la legge 180 poi inclusa nella 833 istituente il SSN era  soltanto una "legge quadro" che necessitava di successive integrazioni e norme attuative,mai promulgate.Per tale motivo resta una legge monca,ideologica e poco funzionale nel concreto (continuo è stato il ricorso a sentenze di Cassazione o gradi minori per stabilire modalità di esecuzione del T.S.O.,compiti dei sanitari e parasanitari e della polizia municipale od altre forze dell'ordine;significato e modi dell'A.S.O.;ecc.).Occorrerebbe avere il coraggio di porvi mano completarla ed aggiornarla.Nel frattempo i familiari ed i malati gravi hanno pagato il prezzo più duro di questa "riforma senza rete" come si è rivelata per loro almeno per un paio di decenni,nel migliore dei casi.

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