Rita Gottuso il 16 febbraio 1983 in sede di giudizio davanti al Tribunale di Palermo aveva spiegato che la dottoressa Rukat, medico del pronto soccorso del Civico dove si era recata alle 5.45 del 24 luglio 1981, in preda a gastralgia, le aveva praticato un'iniezione di baralgina, nonostante fosse stata detta informata dell'allergica. Il giudice era giunto alle conclusioni che non era addebitabile alcuna colpa professionale alla Rukat.
Aveva praticato a una paziente un'iniezione di Baralgina, nonostante fosse stata informata dal marito della donna che era allergica ai farmaci, provocandole così uno shock anafilattico, l'arresto cardio-respiratorio con conseguente ipossia cerebrale e gravi danni neurologici permanenti: tetraparesi spastica con incontinenza urinaria e psicosindrome organica, con interessamento delle funzioni cognitive e dell'equilibrio emotivo.
Sentenza ribaltata in appello, in occasione del quale il giudice ha disposto un risarcimento pari a 1.539.324 euro, ravvisando la grave colpa professionale della dottoressa per negligenza: "Un'accurata e diligente prestazione sanitaria avrebbe evitato la frettolosa e superficiale somministrazione della fiala di baralgina che ha causato i danni permanenti alla signora Gottuso". Non ricevendo alcun pagamento, i legali della paziente hanno proceduto all'esecuzione forzata nei confronti dell'assessorato regionale Sanità (gestione liquidatoria Usl 58), ritenuto più solvibile della Rukat, e, con ordinanza del Tribunale di Palermo hanno ottenuto in assegnazione la somma di 714.401 euro.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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