''In Mangiagalli, insieme al diritto di praticare l'aborto farmacologico alle donne che lo richiedono, si garantisce anche il diritto all'obiezione di coscienza di medici e infermieri''. Smorza i toni delle polemiche la clinica di Milano, dove 8 infermieri su 24 hanno dichiarato di essere obiettori di coscienza nei confronti dell'uso della pillola abortiva Ru486. Anche per il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella la possibilità per astenersi dalla distribuzione della pillola abortiva è un diritto sancita dalla legge all'articolo 9 della legge sull'aborto' ''E riguarda tutto il personale sanitario coinvolto in questo percorso - ha aggiunto - Ci sono già tantissimi infermieri obiettori nell'aborto chirurgico, sono infatti loro che devono portare via il feto abortito''. Le note del sottosegretario e dell'ospedale milanese sono arrivate sull'onda di un comunicato della Cgil milanese, che ha sollecitato l'assessore alla sanità affinché alla clinica Mangiagalli venga garantita l'assistenza alle pazienti che vogliono fare uso della pillola Ru486.
''Constatiamo ancora una volta - ha affermato Tiziana Scalco della segreteria della camera del lavoro - la difficoltà con la quale vengono applicate le norme a garanzia e tutela dell'interruzione della gravidanza, scelta non facile a cui a volte le donna è obbligata suo malgrado''. ''La Cgil confederale - ha proseguito - nel rammentare che la sua distribuzione è stata disposta con direttive regionali, esprime la propria viva preoccupazione che non venga garantita la corretta assistenza alle pazienti che ne fanno uso e nel contempo sollecita l'Assessore alla Sanità ad interventi che garantiscano l'applicazione della norma''. ''L'Ipasvi, cioè la Federazione Nazionale Collegi Infermieri - spiega la Mangiagalli - nel gennaio dello scorso anno ha approvato un codice deontologico che, all'articolo 8, recita: L'infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo.
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Commenti