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Relazione tra l’aumento del colesterolo HDL con bezafibrato e effetti benefici nei pazienti con malattia coronarica

Cardiologia | 05/05/2010 17:14

Numerosi studi riguardanti la terapia con fibrati hanno mostrato una correlazione inversa tra aumento del colesterolo HDL e gli esiti clinici. I ricercatori del Sheba Medical Center a Tel Hashomer in Israele hanno ipotizzato che il grado di risposta del colesterolo HDL al bezafibrato fosse associato in modo indipendente a successiva mortalità nel lungo periodo. E’ stata esaminata la mortalità in 3.020 pazienti con malattia coronarica, assegnati al bezafibrato (n=1.509) oppure al placebo (n=1517) in correlazione alla risposta del colesterolo HDL alla terapia con fibrato nello studio BIP (Bezafibrate Infarction Prevention).L’analisi multivariata ha mostrato che, rispetto al placebo, i pazienti allocati al bezafibrato hanno presentato nel lungo periodo una riduzione significativa della mortalità dell’11%.

La riduzione della mortalità nei pazienti trattati con bezafibrato è risultata associata a una riduzione, statisticamente significativa, della mortalità del 22% ( p=0.008 ) nei pazienti con una risposta del colesterolo HDL alla terapia nel terzile superiore (maggiore di 8 mg/dl), mentre nei soggetti con una risposta minore ( colesterolo HDL inferiore a 8 mg/dl) il rischio di mortalità era simile al placebo. La probabilità cumulativa di mortalità a 16 anni era statisticamente più bassa per i pazienti che avevano assunto bezafibrato con una risposta del colesterolo HDL maggiore di 8 mg/dl, rispetto al placebo ( 32.

1% vs 37.9%; p=0.02 ), mentre nei pazienti che hanno presentato una risposta inferiore la mortalità era simile al placebo (36.8%; p=0.57). Dai dati è emerso che la terapia con bezafibrato, in grado di aumentare i livelli di colesterolo HDL, è associata a una riduzione della mortalità nel lungo periodo, e tale diminuzione è correlata al grado della risposta del colesterolo HDL al trattamento.

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