Contro i tumori femminili anche una buona qualità della vita, con le 'attenzioni' che servono a salvaguardare la femminilità e ritrovare la propria immagine, può essere decisiva per il successo della terapia. Ed è per questo che, quest'anno per la prima volta tre grandi centri di oncologia italiani - l'Istituto europeo di oncologia di Milano, il Policlinico Gemelli di Roma e l'Istituto nazionale tumori di Napoli - promuovono un meeting parallelo dedicato a tutti i fattori che contribuiscono alla qualità di vita delle donne colpite da tumore: dalle terapie farmacologiche, con ridotti effetti collaterali, alla cura della propria immagine.
Una 'Festa della Donna', dunque, dedicata anche alle oltre 122 mila italiane che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore maligno e al milione di donne che attualmente convive con queste malattie. Forme tumorali che mirano al cuore della femminilità, come il cancro della mammella, del collo dell'utero e il carcinoma ovarico. "La cultura della qualità di vita in oncologia oggi è molto più diffusa rispetto a qualche anno fa perché molte patologie si possono curare, le persone vivono più a lungo e l'attenzione a quest'aspetto è diventata quindi una parte fondamentale del percorso terapeutico", afferma Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento per la tutela salute della donna e della vita nascente del Policlinico Gemelli di Roma.
In Italia oggi sono oltre 38 mila le donne colpite ogni anno da tumore alla mammella. Circa quattromila quelle che ricevono una diagnosi di carcinoma dell'ovaio. I progressi delle terapie hanno aumentato le percentuali di sopravvivenza, soprattutto nel tumore alla mammella, ma l'impatto della malattia e dei trattamenti, chirurgici, radiologici e farmacologici, sulla qualità di vita della donna è ancora forte. Oggi, rispetto al passato, le pazienti però possono contare su più strumenti per affrontare l'esperienza della malattia. A partire dalla diagnostica, che permette di programmare l'intervento più indicato. O la
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Il Polygenic Risk Score come nuovo strumento per la diagnosi precoce di una condizione che affligge fino al 18% delle donne
La vitamina D influisce sulla qualità degli ovociti, l’aumento della melanina regolarizza il ciclo mestruale, i ritmi più rilassati migliorano l’intimità
Con 'Ascot' per il ringiovanimento ovarico il 7% di successi
Lo studio IVI approfondisce la tecnica ASCOT per il ringiovamento ovarico, con una versione in 4 fasi che costituisce il trampolino per progettare trattamenti più efficaci e personalizzati per le pazienti con riserve ovariche compromesse
Commenti