I neonati e i bambini che sono sottoposti a riparazione chirurgica di cardiopatie congenite complesse sono inclini a sviluppare una disfunzione renale. Lo scopo di uno studio effettuato presso il Dipartimento Pediatrico di Lo-Tung Pohai Hospital di Ilan è stato quello di esaminare i fattori di rischio associati alla prolungata dialisi peritoneale e la mortalità dei pazienti pediatrici con insufficienza renale acuta dopo un intervento chirurgico a cuore aperto.
Durante questo studio sono stati reclutati, dal giugno 1999 al maggio 2007, un totale di 542 bambini sottoposti a chirurgia a cuore aperto per malattie cardiache congenite. Le variabili cliniche e di laboratorio sono state confrontate tra i gruppi superstiti e non superstiti dei pazienti che richiedevano dialisi peritoneale.
I non-sopravvissuti (n = 3, pari al 43%) mostravano un tempo più lungo di bypass cardiopolmonare (154 +/-21 vs 111 +/ 8 minuti, p = 0,012) e un più lungo tempo di clampaggio dell’aorta (92 +/-40 vs 66 +/-15 minuti, p = 0,010) rispetto ai superstiti (n = 4, pari al 57%). La dialisi peritoneale, il pH e l'eccesso dei gas nel sangue arterioso nei sopravvissuti sono stati molto superiori a quello dei non-sopravvissuti (7,30 +/-0,04 vs 7,16 +/-0,10, p = 0,039; -5,15 +/-3,13 vs -12,07 +/-2.9mmol / L, p = 0,031). Inoltre, i sopravvissuti avevano un intervallo più breve dell'insorgenza d’insufficienza renale acuta e una più breve durata della dialisi peritoneale (6.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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