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Radioterapia per tumori alla prostata, rivoluzione hi-tech all'Ieo di Milano

Oncologia | 04/03/2010 16:00

All'Istituto europeo di oncologia di Milano la radioterapia anticancro diventa ancora più 'intelligente', esplora le frontiere della quarta dimensione e promette di abbattere i tempi di cura: da 6-8 settimane a 2-3 settimane appena, poco più di 15 giorni. "Migliorare la qualità di vita dei malati è la nostra grande ossessione", sorride orgoglioso Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Ieo, annunciando una nuova rivoluzione hi-tech per l'Irccs di via Ripamonti: due macchinari made in Usa (un terzo è in arrivo) che promettono massima efficacia e minimi effetti collaterali. Un investimento superiore ai 4 milioni di euro, che fa della radioterapia 'targata Ieo' "la prima in Italia e fra le prime in Europa per innovazione tecnologica ed efficienza", assicurano i vertici dell'istituto.

Una delle due apparecchiature si chiama 'AccuBoost', è dedicata alle malate di cancro al seno, sarà operativa dalla prossima settimana e approda all'Ieo per la prima volta al di fuori dagli States. L'altra, battezzata 'Trilogy* System' e utile contro altri tumori killer (come quelli alla prostata, ginecologici e al torace), lavora in 4D, è la prima installata nel nostro Paese ed è operativa all'Ieo da inizio febbraio.
 Questi nuovi macchinari, spiega Roberto Orecchia, direttore della Divisione di radioterapia, "contribuiscono al più ampio progetto Ieo di radioterapia 'Fast' (Frazionamento accelerato dello schema terapeutico)". Un approccio 'taglia-tempi' (e quindi anche taglia-attese) con cui "già oggi trattiamo il 30% dei nostri pazienti" su un totale di 3.

100 sottoposti a radioterapia nel 2009, di cui 1.500 circa donne con carcinoma mammario. "Ora l'obiettivo è superare il 50%", calcola l'esperto.
"Crediamo nelle grandi potenzialità delle nuove tecnologie per il bene dei malati. E siamo sempre tra i primi ad 'afferrare' ogni novità promettente e ad applicarla sul campo", evidenzia Veronesi, pioniere delle terapie micro-invasive, che dei trattamenti 'soft' ha fatto una missione di vita. "Negli anni '70 - ricorda l'oncologo - siamo stati gli iniziatori di una svolta storica: dalla regola del 'massimo trattamento tollerabile' a quella del 'minimo trattamento efficace'". Un motto ancora più importante oggi, quando "grazie alla prevenzione e alla diagnosi precoce ci troviamo a dover colpire con precisione estrema bersagli di dimensioni millimetriche".


 

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