La terapia trombolitica può essere applicata entro le 4 ore e mezzo dall'insorgenza dell'ictus. E' quanto emerge dallo studio internazionale Ecass 3 del professor Toni presentato all'apertura della conferenza nazionale su questa patologia a Firenze con 600 specialisti e 100 relatori.
''Fino a ora - spiega il presidente della commissione scientifica del congresso il professor Gian Franco Gensini - sapevamo di poter applicare questa fondamentale terapia non oltre le 3 ore. Questo studio dimostra che abbiamo un'ora e mezzo in più a disposizione''. L'intervento tempestivo, sottolineano gli specialisti a congresso, è fondamentale per salvare il paziente e evitare gravi invalidità. ''Dobbiamo puntare sempre più l'attenzione su prevenzione, terapia e continuità assistenziale - ha detto ancora Gensini -. Esistono ancora troppe luci e ombre, queste ultime accentuate soprattutto al Sud, su questi aspetti. Se applicassimo ovunque al 100% le linee guida per la prevenzione e la cura dell'ictus, potremmo realmente ridurne l'incidenza''. Attualmente si stima che in Italia ogni anno si verifichino 200 mila nuovi casi, il 20% dei quali mortali, il 30% con esiti gravemente invalidanti.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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