Xiao Ou Shu lavora all'università del Tennessee, negli Stati Uniti, ma arriva dalla Cina. Chi meglio di lui poteva studiare gli effetti del consumo di soia, un vegetale diffusissimo fra i suoi connazionali, nelle donne sopravvissute a un tumore al seno? Ou Shu l'ha fatto, scoprendo che la soia non comporta rischi, anzi addirittura potrebbe prevenire le ricadute.
Per trovare una popolazione che facesse uso di soia in quantità il ricercatore è tornato alle origini, andando ad analizzare i dati dello Shanghai Breast Cancer Survival Study, un ampio studio che ha coinvolto oltre 5 mila donne cinesi sopravvissute a un tumore al seno seguite dal 2002 al 2009. Sei mesi dopo la diagnosi le donne sono state valutate per verificare il trattamento ricevuto, la progressione della malattia e lo stile di vita; successivamente, ulteriori controlli sono stati fatti a 18, 36 e 60 mesi dalla diagnosi. Durante lo studio 534 donne hanno avuto una recidiva del tumore o sono morte a seguito del cancro: Ou Shu ha cercato di capire se vi fosse una correlazione fra questo e il consumo di cibi a base di soia, scoprendo che la relazione c'è eccome: i risultati, pubblicati sul Journal of the American Medical Association, dimostrano che le donne che facevano più uso di soia avevano circa il 30 per cento in meno di rischio di recidive e di mortalità rispetto a quelle che non la mangiavano abitualmente. L'associazione è risultata evidente per le donne con tumori positivi e negativi agli estrogeni e indipendente dall'assunzione di tamoxifene, un farmaco con azione anti-estrogenica impiegato per la terapia adiuvante dopo il tumore. «La soia è ricca di isoflavoni, sostanze simili agli estrogeni che secondo alcuni potrebbero ridurre il rischio di tumori – spiega Ou Shu –. Altri, invece, hanno sottolineato che la loro attività estrogenica potrebbe dare interazioni col tamoxifene e risultare negativa nelle donne che hanno avuto un tumore al seno. I nostri dati sono rassicuranti: di certo pare che il consumo di soia sia innocuo, in più c'è anche un'associazione dose-risposta evidente che dimostra come al crescere dell'introito di soia si riduca il pericolo di recidive e di mortalità». La curva dei benefici si interrompe con un consumo di 11 grammi di proteine della soia: oltre quella quantità pare non vi sia alcun vantaggio aggiuntivo in termini di diminuzione dei rischi.
Fonte: AdnKronos
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