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Codici Iban: problemi e difficoltà per le pensioni Enpam.

Medicina Generale Redazione DottNet | 11/09/2008 15:28

Com’è noto, a partire dal 1° gennaio 2008, per tutti i pagamenti tramite bonifico, è divenuto obbligatorio, in sostituzione delle precedenti coordinate bancarie, il Codice Iban, con applicazione, a partire dal 29 giugno 2008, di una sanzione di € 1,00 a carico dell’ordinante per ogni pagamento disposto senza il nuovo Codice.

L’Enpam si è interessato della problematica molto tempestivamente. In realtà inizialmente si era ritenuto che non ci sarebbero stati disagi per pensionati ed Enti erogatori, in quanto il sistema bancario ha progettato una procedura elettronica interbancaria mediante la quale aziende ed enti possono aggiornare i propri archivi richiedendo alla Banca del beneficiario la relativa codifica Iban.
In sostanza, la Banca tesoriera dell’Ente (Popolare di Milano) unitamente al pagamento delle pensioni di marzo 2008 ha chiesto a tutte le altre banche presso le quali gli interessati erano titolari di conto corrente di aggiornare i loro dati, generando un flusso di ritorno.
Ma i risultati sono stati sconfortanti: su 84.727 ratei pagati, ben 25.184 soggetti (circa il 30% del totale) hanno visto restituito un Iban errato o assente. A quel punto è stato contattato nuovamente l’Istituto tesoriere, chiedendogli di sentire tutti gli Istituti bancari coinvolti, ma Popolare Milano ha replicato che non aveva il personale per un lavoro così capillare, né era ad esso obbligato da contratto, assicurando solo una generica assistenza tecnica consistente nella ripetizione mensile del flusso di risposta.
A quel punto la Fondazione ha deciso di invitare, tramite il cedolino di pensione del mese di maggio, tutti coloro che avessero cambiato le coordinate bancarie a comunicare via fax o posta all’Enpam il loro nuovo Codice Iban.

Ciò ha comportato l’inserimento manuale nel corso del mese di giugno di circa 5.100 nuovi codici Iban, inserimento che è stato effettuato con un apporto lavorativo straordinario, da tutto il personale del Servizio Prestazioni del Fondo Generale, in aggiunta alla già considerevole attività ordinaria.
Nel frattempo, il personale del Dipartimento Sistemi Informativi contattava le banche con elevato numero di codici errati: fra queste due avevano errori superiori alle 4.000 unità, e cioè il Monte Paschi Siena ed Intesa Sanpaolo. Ma mentre Monte Paschi ha sin da subito collaborato risolvendo la quasi totalità delle anomalie, Intesa Sanpaolo, nonostante i numerosi solleciti telefonici, ha continuato a restare inerte.
E’ in questo contesto che si inserisce la lettera del Direttore Generale Enpam al Direttore Generale di Intesa Sanpaolo del 9 giugno scorso, nella quale si chiedeva aiuto per risolvere le problematiche dei pensionati Enpam correntisti del gruppo. Alla lettera di specie il Dipartimento Sistemi Informativi dell’Enpam, dopo appena 2 giorni (11 giugno 2008) faceva seguire, indirizzandolo al referente informatico del Gruppo, un file dettagliato e completo, comprendente le 4.
809 posizioni dei correntisti per i quali doveva essere restituito il codice Iban aggiornato. Ma, a distanza di oltre un mese, Intesa ha restituito un file assolutamente incompleto, che ha consentito di aggiornare soltanto 52 posizioni.
Ecco perché a questo punto l’Ente ha adottato (come altre Casse del comparto) il sistema di inviare all’indirizzo di tutti coloro che non hanno ancora in archivio il Codice Iban, una lettera con un modulo personalizzato predisposto per la lettura ottica, che consentirà l’aggiornamento automatico di tutti coloro che riscontreranno la richiesta. La lettera è partita nella prima quindicina di luglio, le risposte stanno pervenendo numerose e si prevede che i primi aggiornamenti possano essere inseriti in tempo per il rateo di ottobre.
Per la mensilità di agosto 2008, risultavano in archivio ancora 14.747 pensionati sprovvisti di Codice Iban, di cui la parte più numerosa (oltre 4.000) erano proprio quelli di Banca Intesa. Il sistema interbancario ha irrogato all’Enpam per questa mensilità una sanzione di € 14.220 (tanti evidentemente sono i pagamenti senza Iban andati comunque a buon fine), mentre oltre 500 sono i pensionati che non hanno neppure ricevuto il rateo a causa del dato bancario errato e che hanno quindi intasato il Servizio di Assistenza Telefonica e gli Uffici della Contabilità per richiedere la riemissione.
A questi si sono poi aggiunti gli storni di altri 800 pensionati, che hanno addirittura cambiato banca senza volerlo, a seguito di operazioni di fusione e vendita di sportelli (Banca Antonveneta confluita in Monte Paschi e cessione di filiali di Banca Intesa a Cariparma). In totale, circa 1.300 medici e superstiti sono rimasti senza pensione nel mese di agosto e (se gli istituti dove sono titolari di conto non saranno un po’ più flessibili) rischiano di restarvi anche per settembre, dato che, a causa delle ferie, non sono stati di fatto effettuati aggiornamenti dell’archivio.
La soluzione immediata del problema, in attesa della ristrutturazione prevista per ottobre, al fine di contenere i disagi degli interessati, non potrà che essere affidata a mandati straordinari di pagamento, che riemettano, con i nuovi dati bancari, i pagamenti non andati a buon fine, conservando ove possibile la medesima data di valuta.

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