Com’è noto, a partire dal 1° gennaio 2008, per tutti i pagamenti tramite bonifico, è divenuto obbligatorio, in sostituzione delle precedenti coordinate bancarie, il Codice Iban, con applicazione, a partire dal 29 giugno 2008, di una sanzione di € 1,00 a carico dell’ordinante per ogni pagamento disposto senza il nuovo Codice.
L’Enpam si è interessato della problematica molto tempestivamente. In realtà inizialmente si era ritenuto che non ci sarebbero stati disagi per pensionati ed Enti erogatori, in quanto il sistema bancario ha progettato una procedura elettronica interbancaria mediante la quale aziende ed enti possono aggiornare i propri archivi richiedendo alla Banca del beneficiario la relativa codifica Iban.
In sostanza, la Banca tesoriera dell’Ente (Popolare di Milano) unitamente al pagamento delle pensioni di marzo 2008 ha chiesto a tutte le altre banche presso le quali gli interessati erano titolari di conto corrente di aggiornare i loro dati, generando un flusso di ritorno.
Ma i risultati sono stati sconfortanti: su 84.727 ratei pagati, ben 25.184 soggetti (circa il 30% del totale) hanno visto restituito un Iban errato o assente. A quel punto è stato contattato nuovamente l’Istituto tesoriere, chiedendogli di sentire tutti gli Istituti bancari coinvolti, ma Popolare Milano ha replicato che non aveva il personale per un lavoro così capillare, né era ad esso obbligato da contratto, assicurando solo una generica assistenza tecnica consistente nella ripetizione mensile del flusso di risposta.
A quel punto la Fondazione ha deciso di invitare, tramite il cedolino di pensione del mese di maggio, tutti coloro che avessero cambiato le coordinate bancarie a comunicare via fax o posta all’Enpam il loro nuovo Codice Iban.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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