Il pericolo contagio da influenza suina potrebbe non esaurirsi quando la febbre è finita e la persona ammalata sta bene e torna a lavoro o a scuola: infatti il virus H1N1 rimane in vita, presente sul naso del paziente, anche a sette giorni dall'esordio dei sintomi, e anche le persone asintomatiche o quelle che, una volta guarite, tornano a lavoro e a contatto con gli altri, potrebbero farsi veicolo di contagio.
Lo rivela uno studio condotto da epidemiologi della Air Force Academy statunitense sui cadetti che lo scorso luglio hanno contratto il virus. Secondo quanto riferito sull'American Journal of Preventive Medicine da Catherine Takacs Witkop, della stessa Air Force Academy, lo studio sul focolaio di infezione che si è verificato in questa scuola militare ha consentito per la prima volta di scoprire il comportamento naturale del virus, conoscenza importante per decidere regole corrette di isolamento in vista del picco epidemico atteso per l'inverno. Studi sull'influenza stagionale hanno dimostrato da tempo che i virus influenzali rimangono 'in circolo' sul naso della persona anche a sette giorni dall'esordio dei sintomi, ma studi analoghi sulla febbre suina finora non erano stati condotti. Nel focolaio di luglio, ha spiegato la Witkop, sono stati accertati 137 casi di infezione da virus H1N1 e 33 cadetti con sospetta infezione non confermata.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
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Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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