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Nuova influenza, il virus contagia anche dopo la guarigione

Medicina Generale Redazione DottNet | 20/10/2009 19:47

Il pericolo contagio da influenza suina potrebbe non esaurirsi quando la febbre è finita e la persona ammalata sta bene e torna a lavoro o a scuola: infatti il virus H1N1 rimane in vita, presente sul naso del paziente, anche a sette giorni dall'esordio dei sintomi, e anche le persone asintomatiche o quelle che, una volta guarite, tornano a lavoro e a contatto con gli altri, potrebbero farsi veicolo di contagio.

Lo rivela uno studio condotto da epidemiologi della Air Force Academy statunitense sui cadetti che lo scorso luglio hanno contratto il virus. Secondo quanto riferito sull'American Journal of Preventive Medicine da Catherine Takacs Witkop, della stessa Air Force Academy, lo studio sul focolaio di infezione che si è verificato in questa scuola militare ha consentito per la prima volta di scoprire il comportamento naturale del virus, conoscenza importante per decidere regole corrette di isolamento in vista del picco epidemico atteso per l'inverno. Studi sull'influenza stagionale hanno dimostrato da tempo che i virus influenzali rimangono 'in circolo' sul naso della persona anche a sette giorni dall'esordio dei sintomi, ma studi analoghi sulla febbre suina finora non erano stati condotti. Nel focolaio di luglio, ha spiegato la Witkop, sono stati accertati 137 casi di infezione da virus H1N1 e 33 cadetti con sospetta infezione non confermata.

Dai campioni di liquido nasale prelevato ai cadetti è emerso che il virus rimane vitale e presente in un caso su quattro anche sette giorni dopo l'esordio dei sintomi. Inoltre è emerso che anche coloro che sono guariti da almeno un giorno (che sono cioè completamente asintomatici), nel 19% dei casi sono ancora 'portatori' del virus e potrebbero dunque farsi veicolo di contagio. Questo non significa necessariamente che il virus può essere trasmesso da persone guarite, ma di certo indica che il virus persiste anche quando una persona è guarita dall'influenza suina e torna alle sue attività abituali. Questo studio, ha concluso la Witkop, offre dunque gli strumenti per elaborare le regole più efficaci di isolamento per ambienti particolarmente a rischio, per esempio gli stadi, le scuole, le università.

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