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Adenosina adoperata per indurre arresto cardiaco durante la rottura intraoperatoria di un aneurisma cerebrale.

Cardiologia Redazione DottNet | 15/10/2009 17:56

La rottura di un aneurisma intracranico, durante il clipping chirurgico può avere, in seguito all'emorragia, conseguenze devastanti.
L'arresto cardiaco, a breve termine, indotto da adenosina potrebbe essere un alternativa possibile per aiutare il chirurgo. Tuttavia, se l'adenosina viene utilizzata, è richiesta una stretta collaborazione tra il chirurgo e l'anestesista in quanto tale iter è molto difficile da gestire.
 

Durante uno studio, effettuato presso il dipartimento di Anestesiologia di Helsinki, sono state esaminate le cartelle cliniche dei pazienti, prelevate dal database di due ospedali universitari appartenenti agli anni 2003 al 2008, che hanno subito il clipping chirurgico di un aneurisma cerebrale arterioso.
Di questi pazienti sono stati considerati solo quelli a cui è stato somministrata l'adenosina durante la rottura intraoperatoria di un aneurisma.
Dall’analisi dei dati raccolti si è osservato complessivamente che, 16 dei 1014 pazienti sono stati identificati come soggetti all'uso di adenosina nel corso di una rottura intraoperatoria di un aneurisma.

Tutti i pazienti avevano un ritmo sinusale e normotensione prima della rottura dell'aneurisma. A dodici pazienti è stata somministrata una singola dose di adenosina e 4 boli multipli per l'induzione di arresto cardiaco, la dose media totale è stata di 12mg e 27mg, rispettivamente. Il clipping dell'aneurisma e la ripresa della circolazione non ha avuto complicazioni in tutti i casi.
In un'analisi successiva dei sottogruppi effettuata in base al risultato del paziente, come vivi / morti, il pre - e post-condizione neurologica correlata con il risultato, è emerso che l'adenosina non ha avuto alcun effetto negativo sui pazienti.
 

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