Per l'Osservatore Romano la morte cerebrale non è la fine della vita. Ma anestesisti e chirurghi, per primi, non ci stanno. La categoria scientifica sostiene che il criterio di morte cerebrale e' l' unico, al momento, valido.
La morte cerebrale non può essere il criterio per sancire la fine della vita: quaranta anni di certezze scientifiche, a partire dallo storico documento della Harvard Medical School che nel 1968 riconosceva appunto nella morte cerebrale e non più nell'arresto cardiocircolatorio il criterio di cessazione della vita, vengono messe in discussione da un editoriale dell'Osservatore Romano. Ma Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, precisa successivamente che il testo pubblicato dall'Osservatore Romano è ''un interessante e autorevole articolo firmato dalla signora Lucetta Scaraffia, ma non può essere considerato una posizione del Magistero della Chiesa''. Anche la Chiesa cattolica, ricorda il giornale del Papa, accettò quella definizione, proclamandosi favorevole al prelievo degli organi da pazienti cerebralmente morti. Successivamente è stato dimostrato però, spiega il quotidiano senza però fornire ulteriori dettagli, che ''la morte cerebrale non è la morte dell'essere umano''. Ed anche la Chiesa si trova ora in una situazione delicata perche' l'assunto di ''morte cerebrale entra in contraddizione con il concetto di persona secondo la dottrina cattolica, e quindi con le direttive della Chiesa nei confronti dei casi di coma persistenti''.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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