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Genova, a rischio licenziamento per truffa otto dipendenti dell’ospedale San Martino

Professione Redazione DottNet | 29/07/2009 12:41

Avviate all'ospedale San Martino di Genova le procedure disciplinari per otto dipendenti che potrebbero condurre al licenziamento, tra questi il primario di anatomia patologica e una biologa dirigente, indagati nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Paola Calleri e condotta dai Nas per una truffa al servizio sanitario nazionale sugli esami di laboratorio.

Le procedure sono state avviate al termine di una riunione alla quale hanno preso parte i dirigenti dell'ospedale e gli avvocati Carlo Ciminelli e Cesare Manzitti. L'iter seguirà però due strade diverse: per i sei tecnici di laboratorio sarà l'ufficio disciplinare a valutare gli atti e ad erogare la sanzione, che può avere una gradualità, da un giorno di sospensione fino al licenziamento. Per i due dirigenti, invece, la sanzione, nel caso in cui venga comminata, non ha gradualità e prevede solo il licenziamento. In questo caso l'ufficio disciplinare propone al direttore se procedere o meno con la sanzione e nel caso di una condivisione gli atti passeranno al comitato dei garanti.

''E' una questione di trasparenza - ha spiegato Barabino -. Era l'unica cosa che potevamo fare ed era doveroso farla. Vedremo ora gli esiti''. Intanto medici e dirigenti sono stati allontanati dall'ospedale con un periodo di ferie. L'inchiesta dei carabinieri del Nas vede indagati 37 tra medici e tecnici di laboratorio (sono coinvolti anche altri ospedali liguri) per analisi fatte pagare privatamente ai pazienti ed eseguite invece in laboratori ospedalieri.
Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa al servizio sanitario nazionale, peculato e falsità ideologica. La Regione Liguria si schiera, intanto, a fianco dell'Ospedale San Martino. ''Sono atti doverosi - ha detto l'assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - sia verso i cittadini sia verso gli operatori''. Il responsabile della Sanità ligure aveva già condannato i comportamenti emersi nella prima fase dell'inchiesta, e, a margine del consiglio regionale, ha ribadito la posizione della Regione. ''Penso che l'azienda - ha detto - debba cautelarsi in base agli atti di cui è venuta a conoscenza, credo che non possa fare altrimenti. Per tutti gli indagati ci sono comunque elementi di garanzia''. Montaldo ha ribadito che ''se quanto scoperto dagli investigatori viene confermato, siamo infatti di fronte a comportamenti gravi''. L'assessore spezza una lancia sull'Ospedale San Martino: ''Sicuramente la gran parte dei lavoratori opera correttamente, non credo che fatti come questi coinvolgano una maggioranza di dipendenti''.

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