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La terapia antipiastrinica orale nella prevenzione secondaria di casi di aterotrombosi

Cardiologia Redazione DottNet | 20/07/2009 14:40

L'importanza di una corretta scelta terapeutica nella prevenzione secondaria delle malattie cerebrovascolari è opinione condivisa dai maggiori Key Opinion Leader, questo recentissimo contributo di Ling fornisce le principali indicazioni in tal senso.
 

La terapia antiaggregante di prima scelta e' quella con l' associazione di asa e dipiridamolo. Questo dato era già stato indicato dalle lineeguida internazionali piu' recenti.

L’ aterotrombosi è una della principali cause di morte a livello mondiale. E’ un processo patologico legato all’aterosclerosi che porta a numerose reazioni avverse come la sindrome coronarica, disturbi cardiovascolari e altre malattie delle arterie periferiche. Pazienti con aterotrombosi sono ad un livello di rischio avanzato di eventi ischemici ricorrenti o morte, tuttavia la prevenzione secondaria è un importante obiettivo per un adeguato trattamento di questi pazienti.
Le terapie antipiastriniche disponibili per la prevenzione secondaria a lungo termine include l’aspirina (acido acetilsalicilico), dipiridamolo a rilascio prolungato più aspirina e clopidogrel. Un numero di studi clinici ha dimostrasto il beneficio delle terapie antipiastriniche combinate nella prevenzione secondaria, supportando le linee guida di questa pubblicazione. Tuttavia l’efficacia e la sicurezza degli agenti anti piastrinici sono supportati dagli studi clinici, il loro tasso di utilizzo nei pazienti con aterotrombosi è attualmente ottimale. Questo studio ha esaminato i benefici e i rischi della terapia antipiastrinica nei pazienti con disturbi cardiovascolari con lo scopo di evidenziare il trattamento e di conseguenza i migliori outcome per i pazienti.
 

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