"La presentazione del DFP 2025 avviene in una fase che continua a essere caratterizzata da un contesto globale incerto e nel quale si aggiungono le tensioni commerciali conseguenti ai dazi Usa"
La Camera e il Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza sul documento di finanza pubblica (Dfp): la Camera con 176 voti a favore, 103 contrari e 4 astenuti; il Senato con 88 sì, 58 no e un astenuto. A Montecitorio le altre risoluzioni presentate dall’opposizione sono state precluse. Spartito analogo a Palazzo Madama: la risoluzione approvata dall’Aula è firmata dai capigruppo Lucio Malan (FdI), Maurizio Gasparri (FI), Massimiliano Romeo (Lega), Micaela Biancofiore (Nm). In tutto erano state presentate 6 risoluzioni, ma il governo ha accolto solo quella depositata dal centrodestra. La maggioranza ha presentato due risoluzioni differenti. Nella versione depositata alla Camera c’è anche un quarto punto in cui si parla di giovani e famiglia. Mentre al Senato questo punto è saltato. E si tratta dell’impegno che si chiede al governo di «valutare di implementare le misure a sostegno delle politiche giovanili e le misure a sostegno della famiglia, con particolare attenzione alle misure dirette a contrastare la crisi demografica, a sostenere la maternità e la paternità e a promuovere ed incentivare la conciliazione famiglia lavoro». Per il resto, le risoluzioni convergono e in entrambe si chiede di valutare l’adozione di misure a sostegno della prevenzione sanitaria, oltre a quelle per la rigenerazione urbana.
"La presentazione del DFP 2025 - si legge nella risoluzione della maggioranza - avviene in una fase che continua a essere caratterizzata da un contesto globale incerto e nel quale, ai conflitti in atto in Ucraina e in Medioriente, si aggiungono le tensioni commerciali conseguenti alle decisioni di politica economica e commerciale degli Stati Uniti".
"In particolare - si prosegue - il deficit del 2025 è ancora previsto al 3,3% del PIL mentre, per quanto riguarda il 2026, si mantiene la stima del 2,8%, coerente con l'obiettivo di uscire dalla procedura per disavanzi eccessivi. Il miglioramento è atteso proseguire anche nel biennio successivo, quando si prevede un deficit del 2,6% nel 2027 e del 2,3% nel 2028; il rapporto debito/PIL, che nel 2024 ha fatto registrare un livello del 135,3%, mostra nel triennio 2025-2027 un andamento leggermente più favorevole rispetto alle previsioni del Piano dello scorso autunno, passando dal 136,6% nel 2025, al 137,6% nel 2026 e al 137,4 nel 2027, a partire dal quale si attende la ripresa di un percorso discendente che dovrebbe portare a un livello del 136,4% già nel 2028". "L'indicatore della spesa netta mostra un andamento conforme con il percorso indicato nel Piano e previsto nelle raccomandazioni del Consiglio; il consuntivo relativo al 2024 ha mostrato una crescita dell'indicatore pari al -2,1%, evidenziando una riduzione maggiore di quanto indicato nel Piano (-1,9%), mentre per l'anno in corso si prevede un tasso di crescita intorno all' 1,3%. Gli andamenti a legislazione vigente per gli anni successivi mostrano che, allo stato, il tasso di crescita dell'aggregato di spesa netta è confermato per il 2026, mentre risulta più basso (di circa 0,1 punti percentuali) nel 2027 e nel 2028 rispetto a quanto indicato nel Piano". "Il monitoraggio delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano illustra i progressi realizzati, fornendo elementi che mostrano un quadro nel complesso positivo, in particolare nelle aree relative all'estensione del periodo di aggiustamento; una particolare attenzione va rivolta ai costi sanitari per la prevenzione per migliorare lo stato di salute della popolazione, ed in particolare l'immunizzazione e lo screening che sono da considerarsi prioritari per la resilienza sociale ed economica", conclude la risoluzione.
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