Al CONI di Milano il convegno “L’apporto dello sport per il benessere fisico e psichico nelle varie fasce d’età” promosso da UNVS Sezione Mangiarotti in collaborazione con Lions Club Missione Sport e Panathlon Club Milano
In ogni età e fase della vita, svolgere attività fisica con regolarità significa fare una scelta a favore della propria salute. Praticata regolarmente, l’attività fisica contribuisce a mantenere e migliorare il benessere psicofisico, a ridurre i sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine, migliora il sonno, aiuta a smettere di fumare. Favorisce la riduzione della pressione arteriosa e il controllo del livello di glicemia e colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire malattie metaboliche, cardiovascolari e neoplastiche e artrosi e contribuisce a ridurre il tessuto adiposo in eccesso facilitando il raggiungimento del bilancio energetico.
Questo è quanto discusso durante la tavola rotonda "L’apporto dello sport per il benessere fisico e psichico nelle varie fasce d’età", promossa dalla Sezione Edoardo Mangiarotti Milano dell’Unione Veterani dello Sport di Milano, con la collaborazione di Lions Club Missione Sport e Panathlon Club Milano.
Attività sportiva regolare e corretta alimentazione per costruire il passaporto di salute
Ad aprire e moderare l’incontro è stata Eleonora Pellegrini de Vera, neoeletta per i prossimi quattro anni alla presidenza della Sezione UNVS di Milano, che ha sottolineato come la missione dell’Associazione sia di fare promozione dell’attività sportiva perché, insieme ad una alimentazione corretta, lo sport costituisce il preludio alla costruzione del proprio passaporto di salute. Affermazione condivisa dalle figure istituzionali presenti. Claudia Giordani, Vicepresidente Nazionale del CONI ha affermato come sia importante il ruolo delle associazioni benemerite del CONI come l’Unione Nazionale Veterani dello Sport per la diffusione della cultura sportiva e per raggiungere tutta la popolazione che ha bisogno di conoscere maggiormente i vantaggi dell’attività sportiva sul piano fisico e psichico e Federica Picchi, Sottosegretario allo Sport e Giovani di Regione Lombardia ha detto: "Lo sport di base fatto con equilibrio porta moltissimi benefici. Lavoriamo per portare sempre di più lo sport nelle scuole perché aiuta a gestire la crescita dei giovani e a tenere l’equilibrio di corpo e psiche. Abbiamo approvato un progetto per garantire i certificati medici gratuiti agli studenti, insieme all’Assessorato alla Salute. Inoltre, per garantire ulteriormente la possibilità di fare sport in Lombardia indiremo un bando da 100 milioni di euro tra giugno e luglio per quanto riguarda le strutture e la messa in sicurezza degli impianti sportivi. Sarà l’impegno economico più rilevante mai varato dall’Assessorato allo Sport di Regione Lombardia".
Fare sport è fondamentale ma troppo esercizio può anche fare male
Il dibattito ha coinvolto medici e psicologi. In prima battuta Flavia Bruttini, Medico dello Sport e nutrizionista dello sport all’Istituto di Medicina dello Sport di Milano, ha dichiarato: "Purtroppo ormai viviamo una vita poco attiva e la sedentarietà è causa di molti problemi di salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli adulti tra 18 e 64 anni dovrebbero praticare almeno 150-300 minuti settimanali di attività fisica aerobica di moderata intensità o 75-150 minuti settimanali di attività fisica aerobica vigorosa, oppure combinazioni equivalenti delle due modalità. Gli anziani, dai 65 anni in poi, dovrebbero eseguire, almeno tre giorni a settimana, attività fisica multicomponente differenziata per migliorare l’equilibrio e attività di rafforzamento a intensità moderata o superiore, per aumentare la capacità funzionale. Allo stesso tempo fondamentale capire qual è la giusta dose dell’esercizio fisico, perché anche troppo esercizio può far male".
Tante famiglie non hanno le risorse economiche o le conoscenze per far praticare sport ai propri figli
Angela Mauro, dirigente medico pediatra presso l’Azienda Sanitaria Fatebenefratelli Sacco ha ribadito che: "Il pediatra e la famiglia svolgono un ruolo fondamentale nello stimolare i bambini e gli adolescenti di età compresa fra i 5 e i 17 anni a fare attività sportiva ma bisogna renderla più accessibile a tutti, perché tanti bambini non fanno sport perché le famiglie non hanno condizioni economiche che lo permettono o perché non ne conoscono a fondo i benefici in termini di divertimento, fair play, educazione. Ma lo sport aiuta i bambini e gli adolescenti anche da un punto di vista mentale, aiuta ad accettare la sconfitta, aiuta a socializzare e a sviluppare uno spirito di squadra. Occorre, quindi aumentare le ore di sport per i bambini soprattutto all’aria aperta e far sperimentare varie discipline per fare un’opera reale di prevenzione dei problemi di salute".
Fondamentale riconoscere il diritto allo Sport e il ruolo educativo della donna per incentivare i bambini a fare attività sportiva anche per sviluppare la propria personalità
Affermazioni queste rafforzate dall’intervento di Maria Teresa Baldini, medico chirurgo, ex consigliere regionale, deputata al Parlamento e Campionessa europea di basket femminile: "Si parla di diritto alla salute ma io sottolineo l’importanza del diritto allo sport perché Il benessere dell’individuo passa anche dallo sport. Fare sport significa prepararsi a gestire le relazioni e saper affrontare diverse situazioni. Nella famiglia, la donna mamma deve svolgere un ruolo fondamentale per trasmettere ai bambini l’educazione sportiva per giocare e divertirsi ma allo stesso tempo per imparare ad essere disciplinati e organizzare al meglio i propri tempi. Nella mia esperienza, per poter giocare a basket ad altissimo livello, ho dovuto imparare sin da ragazza a gestire al meglio la mia giornata anche se a volte mi sono scontrata con insegnanti che non capivano le difficoltà di proseguire nello studio. Eppure, sono riuscita a laurearmi in medicina."
L’Italia ormai è un Paese a rischio cardiologico medio come gli stati del Nord Europa anche perché aumenta il numero delle giovani donne fumatrici e il sovrappeso nei bambini
Roberto Meazza, Responsabile del Centro Ipertensione dell’Università di Milano e cardiologo dell’Inter, ha affermato: "Da un punto di vista cardiologico, qualche anno fa l’Italia aveva un rischio basso. Rifacendo i conti, adesso siamo a rischio intermedio, questo perché noi predichiamo il bene dell’attività fisica e della dieta mediterranea, ma poi non pratichiamo né l’attività né la dieta e siamo a rischio come i Paesi del Nord Europa. Non stiamo lavorando bene sia nella prevenzione primaria che nella prevenzione secondaria. C’è un considerevole aumento del fumo nelle giovani donne e i bambini sono sovrappeso in maniera maggiore rispetto ai bambini di una volta. Di conseguenza siamo costretti a curare invece che prevenire".
Per riscoprire il piacere dello sport, la famiglia non deve imporlo ma assecondare le attitudini del bambino e scegliere lo sport individuale o di squadra più idoneo
Da Maria Dolores Bracci, psicoterapeuta ed esperta di psicologia scolastica, è arrivato un appello: "Dobbiamo riscoprire il piacere dello sport. I genitori svolgono un ruolo importantissimo ma non devono imporre una disciplina, non devono far vivere ai figli lo sport come un’imposizione. Ci sono alcuni bambini per cui va bene lo sport di squadra, ma altri per cui è meglio uno sport individuale. Dipende dall’attitudine del bambino. La cosa bella dello sport è che quello con cui combatti è un avversario, non è un nemico, e questo ci serve nella vita perché lo sport fa bene a tutti, a meno che non diventi ossessione per il risultato. Aumenta l’autostima, la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, autodisciplina e organizzazione. Non si deve mai perdere la dimensione del piacere di fare sport, perché faccia bene al corpo e alla mente".
Lo sport porta benefici non solo all’individuo ma a tutta la comunità, tanto che può anche sostituire le terapie con i farmaci
Giovanni Lodetti, professore di Benessere sociale attraverso il movimento fisico all’Università di Milano e presidente dell’Associazione Internazionale di psicologia e psicoanalisi dello sport: "Lo sport impatta moltissimo anche sul sociale. Lo sport è un portatore di welfare, porta benefici alla comunità. Un’attività sportiva mirata può anche sostituire le terapie con i farmaci, come nel caso dei bambini che soffrono di deficit d’attenzione. Questo porta grandi vantaggi ai bambini e alle famiglie. Anche durante il Covid, abbiamo verificato che i bambini che facevano attività sportiva avevano una capacità maggiore di abbattere l’ansia.".
Un terzo della popolazione non fa sport e solo 16,2 milioni di italiani praticano attività sportiva su base continuativa. Esiste quindi un grave problema di salute pubblica
La scelta di adottare uno stile di vita attivo è quindi determinata da una serie complessa di variabili individuali e sociali e alcuni sottogruppi di popolazione (ragazze, donne, anziani, persone con basso livello socioeconomico) possono trovarsi in un condizioni di svantaggio rispetto all’opportunità di essere fisicamente attivi. Inoltre, è sempre più evidente che l’essere non sufficientemente attivi e trascorrere molto tempo in comportamenti sedentari stia diventando un problema di salute pubblica, con un elevato carico di malattia e relativi costi sociali. È importante evidenziare che la scelta, la disponibilità e la motivazione individuale sono fondamentali per uno stile di vita attivo, ma in un’ottica di promozione della salute non possono bastare: occorre l’impegno collettivo e intersettoriale che possa favorire la creazione di contesti di vita facilitanti affinché l’attività fisica possa essere parte integrante della vita quotidiana. Occorre, inoltre, avere più strutture e luoghi dove praticare sport per tutte le fasce di età.
"Il Rapporto 2024 dell’Istituto del Credito Sportivo e di Sport e Salute – ha detto in conclusione Filippo Grassia, Consigliere Nazionale Unione Nazionale Veterani dello Sport – ha certificato che nel 2023 un terzo della popolazione non ha fatto sport e dei 37,1 milioni di italiani che hanno praticato attività sportiva, solo 16,2 milioni lo hanno svolto in maniera regolare e continuativa. Permangono le differenze territoriali, di genere e la correlazione tra partecipazione allo sport e grado d’istruzione. Di contro Il Rapporto dimostra come lo sport sia un motore di inclusione sociale, perché ogni euro investito in progetti sportivi genera oltre 4 euro di ritorni sociali, migliorando indicatori chiave come salute, occupazione, istruzione e lotta alla criminalità".
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