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Più longevi gli uomini che hanno una migliore qualità del seme

Geriatria Redazione DottNet | 05/03/2025 18:14

Lo indica lo studio publicato sulla rivista Human Reproduction e condotto su quasi 80.000 uomini seguiti per 50 anni. Greco (S.I.d.R.): “Qualità sperma indicatore decisivo nei programmi Pma”

Hanno maggiori probabilità di essere longevi gli uomini che hanno un seme di migliore qualità secondo i parametri standard, come il numero di spermatozoi: lo indica lo studio publicato sulla rivista Human Reproduction e condotto su quasi 80.000 uomini seguiti per 50 anni. E' emerso in particolare che gli uomini che hanno oltre 120 milioni di spermatozoi con una buona capacità di muoversi hanno anche un'aspettativa di vita maggiore di due- tre anni rispetto agli uomini con un numero totale di spermatozoi mobili compreso tra 0 e 5 milioni.    La ricerca è stata condotta da Lærke Priskorn, e Niels J›rgensen, dellUniversity Hospital-Rigshospitalet, a Copenaghen.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 78.284 uomini che, tra il 1965 e il 2015, si sono sottoposti alla valutazione della qualità dello sperma. In termini assoluti, gli uomini con una conta totale superiore a 120 milioni hanno vissuto 2,7 anni in più rispetto a quelli con una conta motoria totale compresa tra 0 e 5 milioni.     I ricercatori suggeriscono che la scarsa qualità dello sperma può essere un indicatore di altri fattori sottostanti che influenzano sia la fertilità, sia la salute generale. Questo potrebbe avere il potenziale per rilevare problemi di salute nel momento in cui gli uomini si sottopongono a un'indagine sulla qualità dello sperma.

"La ricerca condotta dalla University Hospital-Rigshospitalet, a Copenaghen, su quasi 80mila uomini seguiti per 50 anni, conferma una correlazione diretta tra la qualità dello sperma, la longevità e l’infertilità maschile, aprendo nuovi scenari di interventi. La valutazione qualitativa del seme può rivelare altri elementi sottostanti che possono influenzare sia la fertilità sia la salute generale, aiutando a stabilire un quadro clinico più definito della persona che si sottopone all’esame. Questa valutazione è decisiva, ad esempio, nei programmi di Procreazione medicalmente assistita, dove nuove tecniche di selezione degli spermatozoi possono aumentare la percentuale di successo". Così Ermanno Greco (nella foto), Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), in merito alla ricerca realizzata dalla University Hospital-Rigshospitalet di Copenaghen, su quasi 80mila uomini seguiti per 50 anni, e pubblicata sulla rivista Human Reproduction. Secondo lo studio l'infertilità maschile e la qualità dello sperma sono associate a una maggiore incidenza di alcune malattie e a un’aspettativa di vita più breve. È emerso che gli uomini con oltre 120 milioni di spermatozoi con buona capacità di muoversi hanno anche un'aspettativa di vita maggiore di quasi tre anni rispetto agli uomini con un numero totale di spermatozoi mobili compreso tra 0 e 5 milioni. "Un maschio infertile - spiega il Presidente della S.I.d.R. - non presenta solo spermatozoi quantitativamente anormali, ma soprattutto qualitativamente e spesso si dimentica che l’infertilità maschile costituisce almeno il 50% delle infertilità che approcciano un programma Pma. In questo caso, le nuove tecniche di selezione attraverso i microfluidi possono costituire un mezzo valido per assicurare maggiore sicurezza e successo nei programmi di fecondazione assistita" conclude.

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