In uno studio globale, con l'Istituto Nazionale dei Tumori al centro della ricerca, si indagano le disuguaglianze nella diagnosi e nel trattamento dei tumori dei bambini, aprendo nuove prospettive per le politiche sanitarie
Un ambizioso studio internazionale, il Progetto BENCHISTA, ha messo in luce significative disparità in 27 Paesi nella definizione dello stadio dei tumori pediatrici al momento della diagnosi, evidenziandone la diversa distribuzione.
L'analisi ha coinvolto oltre 11.000 bambini diagnosticati tra il 2014 e il 2017 con uno dei sei principali tipi di tumori pediatrici: neuroblastoma, tumore di Wilms, medulloblastoma, osteosarcoma, sarcoma di Ewing e rabdomiosarcoma. Le differenze evidenziate dai risultati della ricerca sono fondamentali per comprendere come la tempestività nell'individuazione del tumore influenzi le possibilità di cura e di sopravvivenza. Ciò ha risvolti importanti sia per i piccoli pazienti e le loro famiglie, sia per le politiche sanitarie globali. I dati raccolti hanno infatti evidenziato che ci sono ancora enormi disparità nel mondo nell'accesso a metodi di diagnosi precoce e di conseguenza ai trattamenti, con impatti notevoli sulla prognosi dei piccoli pazienti. Questo si riscontra nonostante i progressi scientifici degli ultimi anni siano stati significativi.
DIFFERENZE DI STADIO ALLA DIAGNOSI PER ALCUNI TUMORI PEDIATRICI TRA I BAMBINI EUROPEI E NEL CONFRONTO CON AUSTRALIA, CANADA, GIAPPONE E BRASILE
Il Progetto BENCHISTA si è svolto grazie alla collaborazione tra l'Istituto Nazionale dei Tumori (INT) e l'University College of London (UCL), con la responsabilità del progetto affidata alla Professoressa Kathy Pritchard-Jones (UCL) e alla dottoressa Gemma Gatta, ricercatrice presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
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