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Ostetricia, sempre meno cesarei con l'ecografia trans-perineale

Geriatria Redazione DottNet | 13/02/2025 13:59

E' la procedura migliore per far nascere i bambini con la nuca rivolta posteriormente, riducendo il ricorso al taglio cesareo

 Personalizzare la gestione ostetrica indicando al medico la procedura migliore per far nascere i bambini con la nuca rivolta posteriormente, riducendo il ricorso al taglio cesareo.  È questo il merito dell'ecografia trans-perineale, che, sulla base della distanza del bimbo dall'uscita, consente di individuare i casi in cui è possibile intervenire con la ventosa in maniera sicura. Ciò emerge da uno studio pubblicato sull'American Journal of Obstretics & Gynecology firmato da Tullo Ghi, ordinario di Ginecologia e ostetricia alla Cattolica e direttore Uoc Ostetricia e patologia ostetrica del Gemelli.   "Tra i fattori di rischio che contribuiscono alla rara eventualità del fallimento del parto operativo con la ventosa il principale è una malposizione del bambino che, anziché avere la nuca (l'occipite) posizionato anteriormente, verso la sinfisi pubica, ha l'occipite posizionato posteriormente, verso l'osso sacro della mamma", spiega Ghi, che ricorda come il 10% dei bimbi si presenti in tale condizione.

"In questi casi, la probabilità di fallimento del parto con la ventosa è molto più alta".  "L'ecografia può essere effettuata in modalità classica, posizionando la sonda sulla pancia della mamma", ma con la trans-perineale "la sonda viene posizionata sui genitali esterni della madre" valutando così la distanza.
Lo studio, condotto su un gruppo di donne con condizione di occipite posteriore e ad alto rischio di fallimento della ventosa, ha dimostrato che "quando questa misurazione è inferiore a 3,5 cm, il parto operativo con ventosa è sicuro e fattibile, perché il tasso di fallimento è vicino allo zero". I risultati della ricerca "potranno essere di guida a tutti i medici che nelle sale parto del mondo eseguono parti operativi vaginali con ventosa sui feti in occipite posteriore".   Oggi tanti strumenti, tra cui l'ecografia trans-perineale, "possono consentirci di selezionare meglio i casi in cui il parto può avvenire per vie naturali (sia spontaneamente, che con l'ausilio della ventosa), rispetto a quelli in cui c'è l'indicazione al taglio cesareo (che in un contesto virtuoso non dovrebbe essere superiore al 20% di tutti i parti, mentre la media italiana è intorno al 32%)", spiega Ghi. E ricorda la necessità di un training ad hoc: "Al Policlinico Gemelli è stato donato uno speciale simulatore sul quale tutto il personale medico di sala parto, gli specializzandi e le ostetriche si addestrano".

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