Fials, Cisl e Nursind sarebbero stati propensi alla firma mentre Cgil, Uil e Nursing Up non hanno firmato bloccando di fatto la situazione
Fumata nera per il rinnovo del contratto nazionale del comparto Sanità, relativo al triennio 2022-2024, che coinvolge oltre 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico. A quanto si apprende non ci sarebbe la maggioranza della rappresentatività sindacale. Fials, Cisl e Nursind sarebbero stati propensi alla firma mentre Cgil, Uil e Nursing Up non hanno firmato bloccando di fatto la situazione. Per questo la trattativa con l’Aran si è arenata. Ricordiamo che il rinnovo prevede risorse complessive pari a 1,784 miliardi di euro, con un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari al 6,8% in più rispetto alle retribuzioni attuali.
Le risorse includono indennità specifiche per le professioni sanitarie:
Un saggio del neuroscienziato Clayton Page Aldern, 7 anni di ricerche
Hirsch: "Investire nella ricerca traslazionale significa mettere la scienza al servizio del paziente. Grazie ai progetti finanziati negli scorsi anni, siamo riusciti ad avviare studi di grande rilevanza"
Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, smentisce le voci su un “imminente sciopero” della categoria
Iss, adesione 43% indagini su seno, 41% su cervice e 27% su colon
Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso
I vaccini sono adattati alla variante JN.1. Possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri
Bellantone: "la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona"
"Uso corretto delle risorse non avviene in tutte le regioni"
Lievissimo aumento nella prima settimana di gennaio. Crescono i tamponi, le Marche hanno il tasso di positività più alto
Fials, Cisl e Nursind sarebbero stati propensi alla firma mentre Cgil, Uil e Nursing Up non hanno firmato bloccando di fatto la situazione
Lo strumento ha dimostrato la capacità di prevedere l'insorgenza di lieve declino cognitivo entro 2,78 anni e della malattie di Alzheimer entro 1,48 anni
Nel loro importante manoscritto pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, Gyldenkerne C. et al. riportano i risultati di un ampio studio combinato caso-controllo e di coorte condotto utilizzando i dati del registro sanitario danese
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