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In arrivo una nuova classificazione degli ospedali, più integrati con il territorio

Sanità pubblica Redazione DottNet | 26/11/2024 18:01

Schillaci: Stiamo elaborando un testo collegato alla Finanziaria 2024

 "Stiamo elaborando un testo collegato alla finanziaria 2024 per il potenziamento e l'integrazione dell'assistenza ospedaliera e territoriale, che interviene in diversi ambiti di intervento, tra i quali aggiornare la classificazione delle strutture ospedaliere, anche alla luce dell'avvenuta attivazione degli ospedali di comunità, identificando ospedali di riferimento nazionale". Lo ha detto il ministro della Sanità Orazio Schillaci intervenendo al Forum risk management in corso ad Arezzo.   Altri aspetti, ha sottolineato Schillaci, sono "potenziare i livelli di integrazione tra ospedale e territorio, anche nell'area dell'emergenza urgenza, definire i criteri organizzativi della presa in carico dei bisogni sociali e ampliare i setting di erogazione degli interventi socio-sanitari, determinare criteri omogenei per la definizione del ruolo delle strutture private accreditate nelle reti ospedaliere e territoriali, considerando anche le peculiarità di quelle che fanno parte del terzo settore. Definire un sistema di finanziamento delle prestazioni degli esiti individuando modelli per la rilevazione dei costi degli erogatori e per la revisione delle tariffe, individuare i criteri aggiornati per la formazione manageriale del personale e la revisione dell'attuale sistema per l'aggiornamento continuo dei medici e degli altri professionisti del settore sanitario". Secondo Schillaci "tutto questo è essenziale per evitare i percorsi di cura pieni di ostacoli e per prevenire l'ospedalizzazione dei malati cronici contribuendo allo svuotamento dei pronto soccorso.

Alla base di tutto il percorso però è indispensabile instillare, una nuova cultura, organizzativa e professionale che valorizzi l'attitudine al cambiamento. Questo nuovo approccio richiede la piena valorizzazione di tutte le professioni sanitarie".

Sul tavolo c’è sicuramente il potenziamento e l’integrazione dell’assistenza ospedaliera e territoriale. E su questo tema il ministro ha indicato le coordinate da seguire. Occorre in primis aggiornare la classificazione delle strutture ospedaliere anche alla luce dell’avvio degli ospedali di comunità identificando gli ospedali di riferimento nazionali (III Livello) e rivalutare anche l’attuale sistema di dimensionamento delle strutture complesse per bacino d’utenza e i criteri per la determinazione del ruolo delle strutture ospedaliere nell’ambito delle reti hub&spoke. E ancora, bisogna introdurre nuove reti assistenziali tempo-dipendenti e specialistiche e reti di riferimento nazionale, intervenire in modo incisivo sull’appropriato ed efficiente utilizzo dei posti letto ospedalieri anche nell’ottica del contenimento dei tempi d’attesa per l’accesso alle prestazioni in regime di ricovero.

Individuare, come già sottolineato, nuovi standard di volumi e di esito, sia per struttura sia per operatore. E anche potenziare i livelli di integrazione tra ospedale e territorio, anche nell’area dell’emergenza-urgenza e definire i criteri organizzativi per la presa in carico dei bisogni sociali e ampliare i setting di erogazione degli interventi socio-sanitari.

E a proposito di “criticità da sanare”, il Ministro ha annunciato la fine dei lavori del Tavolo tecnico sull’attuazione del Dm70 e del Dm77: “è stato prodotto un documento di sintesi in cui sono state sistematizzate le osservazioni raccolte per l’adozione degli eventuali strumenti giuridico-normativi necessari alla risoluzione delle criticità emerse”. Non solo, per contrastare la grave criticità delle liste di attesa, da febbraio, ha ricordato ancora Schillaci, sarà attiva la nuova piattaforma che premetterà “di avere un quadro reale e preciso del fabbisogno di prestazioni e di come orientare le risorse”.

Il Ministro ha anche sottolineato che la transizione verso il nuovo modello deve essere sostenuta da “nuove regole di ingaggio per gli operatori anche agendo sulla componente organizzativa ed economica dei contratti di lavoro, facendo leva sulla digitalizzazione del sistema e sull’interoperabilità delle banche dati in fase di avanzata realizzazione”. “Alla base di tutto il percorso – ha sottolineato – è indispensabile instillare una nuova cultura organizzativa e professionale che valorizzi l’attitudine al cambiamento e la visione sistemica dei professionisti e promuovendo in tutti gli ambiti la medicina basata sulle evidenze e le buone pratiche. Questo nuovo approccio richiede la piena valorizzazione del ruolo di tutte le professioni sanitarie tese anche a garantire la prossimità assistenziale”.

Gli altri elementi portanti sono la prevenzione e la ricerca “due ambiti – ha evidenziato – su cui il nostro impegno è massimo”, e l’innovazione “che garantisce equità, contribuisce a superare le disuguaglianze, supporta la sostenibilità. E Il 45% delle risorse del Pnrr è destinato alla digitalizzazione” Tra telemedicina, digitalizzazione dei dipartimenti emergenza, ammodernamento del parco tecnologico, nuovo Fascicolo sanitario elettronico, ecosistema dei dati sanitari e intelligenza artificiale si potrà modernizzare la nostra sanità “indirizzandola verso un’assistenza sempre più vicina al cittadino, una medicina più personalizzata e una più efficace integrazione tra i setting assistenziali”.

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