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Immunodeficienza comune variabile, confermata l'efficacia delle terapie

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/11/2024 14:16

Lo afferma uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Allergy and Clinical Immunology e sul Journal of Allergy and Clinical Immunology

 L'Aou e l'Università degli Studi di Cagliari hanno partecipato a un lavoro multicentrico sull'Immunodeficienza comune variabile (Cvid), dove sono stati coinvolti più atenei e centri di ricerca, che ha confermato come la gestione del paziente e le terapie a disposizione danno un aiuto importante nelle cure di questa patologia.   La Cvid è una malattia immunologica rara causata da un difetto di produzione delle immunoglobuline e colpisce circa 14 su 100mila individui, prevalentemente dai 20 ai 40 anni. Lo studio, intitolato "Lung function trajectories in Common Variable Immunodeficiencies: an observational retrospective multicenter study", alla quale hanno partecipato come autori anche due immunologi e allergologi del Policlinico Duilio Casula, i professori Davide Firinu e Stefano Del Giacco, è stato pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Allergy and Clinical Immunology e sul Journal of Allergy and Clinical Immunology.

    "Tra i risultati chiave che sono emersi - dicono i due ricercatori - il 64% dei pazienti presentava comorbidità polmonari, e una minoranza significativa mostrava volumi polmonari sotto la norma.
 Nonostante ciò, il tasso di declino annuale della funzionalità respiratoria non risultava accelerato rispetto al normale andamento, suggerendo che l'impatto della Cvid sulla funzione polmonare, pur significativo, non è oggi necessariamente più rapido rispetto ai soggetti sani".    Il lavoro, concludono i due professori, "ha l'obiettivo di determinare le misure di fisiologia polmonare in Cvid, la loro traiettoria temporale e l'associazione con parametri clinici e immunologici. Sono stati analizzati 185 pazienti provenienti da cinque centri di riferimento italiani per le immunodeficienze, utilizzando test di funzionalità respiratoria longitudinali ed esami radiologici e standardizzando i dati secondo le linee guida più recenti".   Alla realizzazione dello studio hanno partecipato anche numerosi esperti di università ed enti ospedalieri di Padova, Treviso, Roma, Torino, Brescia e Southampton (UK).
  

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