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Nuovi LEA. Allarme Dietisti: il nuovo nomenclatore ignora l'assistenza nutrizionale per i cittadini

Sanità pubblica Redazione DottNet | 08/11/2024 13:27

Tonelli: Nonostante i ripetuti appelli a comprendere la nutrizione nei LEA e a inserire le prestazioni di ambito nutrizionale nel nuovo nomenclatore, nulla è cambiato

La Commissione di albo nazionale dei Dietisti della FNO TSRM e PSTRP esprime preoccupazione e sconforto relativamente alla nuova versione del nomenclatore nazionale della specialistica ambulatoriale, di cui si è avuta notizia ieri. «Nonostante i ripetuti appelli a comprendere la nutrizione nei LEA e a inserire le prestazioni di ambito nutrizionale nel nuovo nomenclatore, nulla è cambiato - afferma il Presidente Marco Tonelli, che aggiunge - Sebbene lo stesso Ministero della salute più volte abbia sottolineato l’importanza dei corretti stili di vita, della sana alimentazione, dell’adesione alla dieta mediterranea e dell’importanza di un’adeguata assistenza nutrizionale per prevenire e curare molte patologie, si continuano a negare ai cittadini prestazioni con tali finalità».

Come il precedente, il nuovo nomenclatore non prevede prestazioni di terapia dietetica e nemmeno per il necessario monitoraggio nutrizionale.

Non c’è nulla in ambito di riabilitazione nutrizionale, cruciale per gli individui malnutriti o a rischio di esserlo, o con disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, o disfagici, oncologici. Non c’è nulla in ambito di educazione e/o counseling nutrizionale per migliorare gli stili di vita e prevenire e contrastare sovrappeso, obesità e malattie croniche non trasmissibili. Non c’è nulla, cosa particolarmente grave, per la presa in carico della persona in nutrizione artificiale domiciliare. «A tal proposito - continua Tonelli - la Commissione di albo nazionale dei Dietisti ha avanzato nei mesi scorsi proposte concrete, depositandole attraverso la piattaforma ministeriale dedicata all’inserimento di nuove prestazioni e supportandole con evidenze scientifiche, linee guida e studi di costo/efficacia».

Si vuole sottolineare che investire sull’assistenza nutrizionale non determina ulteriori costi per la comunità, anzi, genera salute, traducendosi in una notevole riduzione dei costi sanitari totali (secondo alcune stime addirittura del 10%), curando molte patologie, riducendo la morbilità, la mortalità, le complicanze, riducendo i tempi di degenza, le riammissioni ospedaliere e migliorando la qualità della vita dei cittadini. Alcune Regioni, nel corso degli ultimi due-tre decenni, hanno fatto virtuosi investimenti sulla salute dei cittadini, inserendo nei propri nomenclatori prestazioni dedicate alla nutrizione. Ora, il rischio che si corre con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore è che anche le Regioni virtuose si conformino al deserto di prestazioni nutrizionali che lo caratterizza. Ciò si tradurrebbe nella cancellazione di reti assistenziali regionali anche di eccellenza in ambito di malnutrizione, nutrizione artificiale, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, malattie oncologiche, con percorsi definiti persino attraverso specifiche delibere di Giunta regionale.

«Tutti i cittadini devono aver finalmente diritto all’assistenza nutrizionale e in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, conclude Tonelli, senza inaccettabili disuguaglianze nell’accesso alle cure.  Confidiamo nell’accoglimento in extremis di questo ulteriore appello rivolto al Ministero e alle Regioni» conclude Tonelli.

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