L'incidenza è alta tra chi vive entro 500 metri da vie trafficate
Le polveri sottili della tipologia 2,5 (PM 2,5) aumentano i rischi di tumore del seno addirittura del 28% tra le donne piu' esposte a questi particolati rispetto al resto della popolazione. E' questa la conclusione di una vasta meta-analisi dell' universita' di 'southern California' su 10 diversi studi che hanno coinvolto decine di migliaia di donne. "Diventa sempre piu' evidente il legame tra inquinamento e tumori del seno", titola lo studio pubblicato sul 'Journal of oncology' e guidato da Anna H. Wu. Il rapporto precisa che l' associazione tra l' esposizione alle PM2,5 - le polveri sottili che per il loro diametro minimo vengono inalate dai bronchi e dai polmoni - e l' incidenza del cancro della mammella e' risultato simile tra le donne di ogni razza, ed ha riguardato i diversi tipi di neoplasia, sia quelli positivi agli ormoni, sia gli altri.
L’associazione fra radiochirurgia e terapia ormonale raddoppia la sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con tumore della prostata oligometastatico
Oltre 4mila casi l'anno, il 7% in fase precoce. Perrone,"resta una sfida"
La combinazione FTD/TPI più bevacizumab rappresenta un significativo progresso nel trattamento del mCRC refrattario migliorando il continuum of care dei pazienti con malattia in fase avanzata
AIGO, associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri, ha redatto un vademecum con preziosi consigli per prevenire uno dei tumori più diffusi nella popolazione italiana
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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