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Terapia ormonale sostitutiva solo al 4% delle donne ma protegge anche dal diabete

Endocrinologia Redazione DottNet | 30/09/2024 14:13

Lo rivela uno studio appena presentato al congresso della Menopause Society di Chicago, una meta-analisi condotta su 29mila donne dalla Drexel University College of Medicine di Philadelphia

 La terapia ormonale sostitutiva per la menopausa protegge anche dal prediabete: è quanto riferito dagli endocrinologi della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) in occasione di un ciclo di incontri a Genova fino al 28 settembre e alla luce di uno studio appena presentato al congresso della Menopause Society di Chicago, una meta-analisi condotta su 29mila donne dalla Drexel University College of Medicine di Philadelphia. Lo studio dimostra che la terapia ormonale sostitutiva in menopausa può contribuire a ridurre il rischio di insulino-resistenza e i disturbi metabolici che, a loro volta, sono legati a un aumento della fragilità ossea e del rischio cardiovascolare.   Per molti anni, si è evitata la terapia ormonale per timore che potesse aumentare il rischio di tumore alla mammella, ma se assunta sotto controllo medico, personalizzata e costantemente monitorata, non bisogna averne paura, sostengono gli esperti SIE.

Tuttavia, in Italia, su oltre 10 milioni di donne in menopausa, appena il 4-5% ne fa uso", afferma Gianluca Aimaretti, presidente (SIE) e direttore del Dipartimento di Medicina Translazionale (DiMET) dell'Università del Piemonte Orientale, commentando la meta-analisi, secondo cui la terapia ormonale è efficace nel ridurre il rischio di sviluppare l'insulino-resistenza, precursore del diabete, contrastando il calo dei livelli di estrogeni che si verifica quando una donna entra in menopausa.
   "Oggi le donne trascorrono in menopausa circa un terzo della loro esistenza e, tenuto conto che la loro aspettativa di vita è di circa 85 anni, mentre l'età media della menopausa è 52, il mancato trattamento con le tante soluzioni disponibili significa costringerle a trascorrere 30 anni o più con una qualità di vita non ottimale e un rischio elevato di malattie cardiache, metaboliche e ossee", riflette Aimaretti. Nello studio sono stati confrontati i dati di 15.350 donne che hanno ricevuto la terapia ormonale, a base sia di solo estrogeni che di estrogeni più progestinici, con quelli di 13.937 donne cui è stato somministrato un placebo. La durata del trattamento variava da otto settimane a due anni. "Lo studio ha dimostrato che entrambi i tipi di terapia ormonale riducono significativamente la resistenza all'insulina nelle donne sane in postmenopausa, sebbene l'uso di soli estrogeni sia stato associato a una riduzione più evidente rispetto a una terapia ormonale combinata" - conclude.

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