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Infiammazione, colesterolo, lipoproteine e risultati cardiovascolari a 30 anni nelle donne

Cardiologia Redazione DottNet | 05/09/2024 11:49

I dati dello studio supportano gli sforzi per estendere le strategie per la prevenzione primaria di eventi aterosclerotici oltre le tradizionali stime di rischio a 10 anni

I livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (CRP), lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) e lipoproteine(a) contribuiscono alle previsioni a 5 e 10 anni del rischio cardiovascolare e rappresentano percorsi distinti per l'intervento farmacologico. Sono necessarie maggiori informazioni sull'utilità di questi biomarcatori per la previsione del rischio cardiovascolare su periodi di tempo più lunghi nelle donne, perché l'intervento precoce rappresenta un importante metodo di riduzione del rischio.

Metodi

Abbiamo misurato i livelli di PCR ad alta sensibilità, colesterolo LDL e lipoproteina(a) al basale in 27.939 donne statunitensi inizialmente sane che sono state successivamente seguite per 30 anni. L'endpoint primario era un primo evento cardiovascolare avverso maggiore, che era un composito di infarto miocardico, rivascolarizzazione coronarica, ictus o morte per cause cardiovascolari. Abbiamo calcolato i rapporti di rischio aggiustati e gli intervalli di confidenza al 95% nei quintili di ciascun biomarcatore, insieme alle curve di incidenza cumulativa a 30 anni aggiustate per età e rischi concorrenti.

Risultati

L'età media dei partecipanti al basale era di 54,7 anni. Durante il follow-up di 30 anni, si sono verificati 3662 primi eventi cardiovascolari maggiori. Quintili di livelli basali crescenti di PCR ad alta sensibilità, colesterolo LDL e lipoproteina(a) hanno tutti previsto rischi a 30 anni. I rapporti di rischio aggiustati per covariabile per l'endpoint primario in un confronto tra il quintile superiore e quello inferiore erano 1,70 (intervallo di confidenza [CI] al 95%, da 1,52 a 1,90) per PCR ad alta sensibilità, 1,36 (CI al 95%, da 1,23 a 1,52) per colesterolo LDL e 1,33 (CI al 95%, da 1,21 a 1,47) per lipoproteina(a). I risultati per la malattia coronarica e l'ictus sembravano essere coerenti con quelli per l'endpoint primario. Ogni biomarcatore ha mostrato contributi indipendenti al rischio complessivo. La maggiore dispersione del rischio è stata ottenuta nei modelli che incorporavano tutti e tre i biomarcatori.

Conclusioni

Una singola misura combinata di livelli di PCR ad alta sensibilità, colesterolo LDL e lipoproteine(a) tra donne statunitensi inizialmente sane è stata predittiva di eventi cardiovascolari incidenti durante un periodo di 30 anni. Questi dati supportano gli sforzi per estendere le strategie per la prevenzione primaria di eventi aterosclerotici oltre le tradizionali stime di rischio a 10 anni.

fonte: the new england journal of medicine

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