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Linfoma, anticorpo a doppia azione migliora la sopravvivenza nei casi difficili

Ematologia Redazione DottNet | 18/06/2024 16:12

Sono i risultati dello studio di Fase III STARGLO relativi alla combinazione glofitamab più gemcitabina e oxaliplatino (GemOx) su pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivante o refrattario (R/R)

Nuove chance per pazienti con linfoma già trattati senza successo con diverse terapie: sono stati annunciati risultati clinicamente significativi, ovvero il miglioramento della sopravvivenza globale con l'uso di un anticorpo 'a doppia azione' (bispecifico). Sono i risultati dello studio di Fase III STARGLO relativi alla combinazione glofitamab più gemcitabina e oxaliplatino (GemOx) su pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivante o refrattario (R/R), già trattati e non candidabili al trapianto di cellule staminali autologhe, o con due o più linee di terapia precedenti che non hanno funzionato.     I dati sono stati presentati al Congresso dell'Associazione Europea di Ematologia (European Hematology Association EHA 2024).

   I risultati dimostrano per la prima volta l'efficacia di un anticorpo bispecifico CD20xCD3 come glofitamab nel migliorare in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti più difficili da trattare, dichiara Enrico Derenzini, Direttore della Divisione di Oncoematologia dell'Istituto Europeo di Oncologia e Università degli Studi di Milano. L'analisi ha mostrato una sopravvivenza significativamente più lunga dei pazienti trattati con glofitamab e GemOX, nonché una riduzione del 41% del rischio di morte rispetto a quelli trattati con rituximab e GemOx; inoltre una riduzione del 63% del rischio di progressione della malattia.
La sopravvivenza complessiva è stata di 25,5 mesi, ovvero quasi il doppio rispetto a quella osservata con rituximab e GemOx, pari a 12,9 mesi. In aggiunta, più del doppio dei pazienti ha avuto una risposta completa (rispettivamente 58,5% per glofitamab-GemOX contro 25,3% per rituximab-GemOX).   Glofitamab è il primo anticorpo bispecifico CD20xCD3 ad aver dimostrato un beneficio in termini di sopravvivenza globale per questi pazienti più difficili.    In più, a differenza di altre opzioni terapeutiche che necessitano lunghi tempi di preparazione e manipolazione cellulare prima di iniziare il trattamento, glofitamab rappresenta una soluzione pronta all'uso senza ritardi per i pazienti e dalla durata fissa del trattamento, così che i pazienti sapranno quando terminare la terapia e avranno periodi di tempo liberi dal trattamento.
  

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