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Il declino delle nascite in Italia: esperti e istituzioni a confronto in Senato

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/06/2024 11:33

“Culle vuote: analisi delle ragioni del calo demografico. Sessualità, inFormazione e il ruolo della Medicina di Genere”

Continua l’inverno demografico nel nostro Paese. Nel 2023, secondo gli ultimi dati ISTAT i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Numeri questi che pongono l’Italia di fronte a una sfida generazionale senza precedenti. Nell’ultimo report dell’ISTAT emerge che la diminuzione del numero dei nati residenti del 2023 è determinata sia da una importante contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile nelle età convenzionalmente riproduttive (15- 49 anni), scesa a 11,5 milioni al 1° gennaio 2024, da 13,4 milioni che era nel 2014 e 13,8 milioni nel 2004.

Dati e numeri che preoccupano esperti e istituzioni che hanno promosso un "tavolo di confronto" il 20 giugno in Senato. Dopo i saluti del Ministro della Sanità Orazio Schillaci, del Ministro per la Famiglia, natalità, pari opportunità, Eugenia Maria Roccella e del Senatore Marco Scurria, interverrà il Professor Vittorio Unfer, la cui relazione verterà su "Natalità ai minimi storici: fattori socioeconomici e mutati stili di vita. L’importanza della comunicazione e prevenzione. Il ruolo del Ginecologo."

 "L'Italia è tra i paesi europei con il più basso indice di natalità e l'età media più alta per la prima gravidanza. È necessaria un'inversione di tendenza per riportare l'età del primo figlio ai numeri di qualche decennio fa, quando era di 28 anni. Noi ginecologi siamo in prima linea, poiché abbiamo l'opportunità di seguire le donne fin dall'adolescenza. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione anche al fattore maschile. Gli uomini, infatti, tendono a fare meno controlli per ragioni culturali e di tabù, evitando spesso di consultare specialisti come urologi e andrologi. Una maggiore consapevolezza e prevenzione potrebbero quindi aiutare a risolvere tempestivamente diversi problemi che compromettono la fertilità" – ribadisce Vittorio Unfer.

Alle ore 11.00 il programma prevede un focus sulla medicina di genere approfondito dalla professoressa Marialuisa Appetecchia, Direttrice dell’Unità di Endocrinologia Oncologica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Subito dopo interverrà il Senatore Franco Zaffini, Presidente Commissione salute, lavoro e affari sociali al Senato, per suggerire quali misure prendere per potenziare la medicina di genere. Il confronto sull’importanza della formazione futura del medico sarà approfondito dalla Professoressa Sofia Colaceci, docente in Ostetricia presso Università UniCamillus di Roma. La Professoressa Elena Ortona, Direttrice del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, Istituto Superiore di Sanità, concluderà i lavori della conferenza stampa portando il punto di vista delle Istituzioni.

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