Il provvedimento allo studio: niente più tetti di spesa per le assunzioni, via libera agli incentivi. Le richieste di Cittadinanzattiva
La premier Meloni sulle liste d'attesa è stata chiara: "Il piano presto sarà pronto e rappresenterà una svolta". Sul problema il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è andato più a fondo spiegando che "Se non mettiamo forze nuove dentro il Servizio sanitario nazionale e non assumiamo medici e personale è difficile pensare che possa continuare a offrire ciò che offre, come fa tra mille problemi. Ciò si collega a un punto che mi sta molto a cuore: il vincolo assunzionale sui tetti di spesa. Entro l’anno andremo al superamento". Insomma il Governo sembra voler fare le cose sul serio e scommette non solo su nuove forze ma anche sull'aumento dell’offerta grazie ad ambulatori e laboratori aperti nei giorni festivi e di sera, convincendo i medici ad aumentare il loro impegno, in cambio di incentivi economici. Su questo il presidente della Fnomceo Filippo Anelli è stato chiaro: "I medici sono pronti a fare la propria parte, ma devono essere create le condizioni per un maggiore coinvolgimento".
La commissione sulle liste d’attesa creata dal Ministero della Salute dovrebbe completare il suo lavoro entro la fine di aprile.
Ecco, il nodo sembra appunto essere questo E i numeri parlano chiaro: in alcune regioni, le fasce più povere della popolazione devono aspettare anche un anno e mezzo per un esame. Le liste d’attesa, sia pure con picchi differenti da regione a regione, dopo la pandemia sono peggiorate e lo sforzo per ridurre il fenomeno sta andando a rilento. I dati più recenti mostrano una Italia divisa in due, la mobilità sanitaria interregionale ha raggiunto un valore di 4,25 miliardi euro all’anno, con le regioni del Sud che portano risorse a quelle del Nord (dati Fondazione Gimbe). Un altro punto nodale del programma di Giorgia Meloni: "Stiamo lavorando su un provvedimento che arriverà nelle prossime settimane che riguarda le liste d’attesa, con un’attenzione particolare alle regioni che hanno un’alta mobilità passiva, ovvero con un alto numero di cittadini che si devono trasferire altrove per curarsi. Così, la tua regione paga l’altra regione". Giorgia Meloni ne ha parlato in un’intervista a “Fuori dal coro” su Rete4. A Mario Giordano che le domandava del problema delle liste d'attesa in sanità, Meloni ha replicato che "l'organizzazione compete per buona parte, quasi totalmente, alle Regioni. La prima cosa che possiamo fare noi, pur nella difficoltà economica che affrontiamo, è metterci i soldi per affrontare i problemi, perché il tema è importante".
E ancora: "Voglio rivendicare che nonostante la situazione di bilancio abbastanza complessa, il Fondo Sanitario nel 2024 arriva al suo massimo storico. Noi ci abbiamo messo tre miliardi in più rispetto all’anno precedente. Stiamo utilizzando queste risorse per rinnovare il contratto degli operatori della sanità e quindi per combattere anche la carenza di personale che c'è, e per i progetti che sono specificamente destinati all'abbattimento delle liste d'attesa". La conferma di quanto la questione impatti sul pubblico arriva dai dati Aiop-Censis diffusi nei giorni scorsi: il 42 per cento dei cittadini meno abbienti è costretto a rinunciare alle cure poiché non le ottiene nell’ambito del sistema pubblico e non può pagare una prestazione nel settore privato.
"Ottimo l'impegno del Governo per risolvere le liste d'attesa. Soprattutto in oncologia sono una vergogna del Paese. La politica non si divida su questi temi, perché non esiste la salute di destra o di sinistra. Ma tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo: ministero, cittadini, Governo e Parlamento. I gruppi interparlamentari sono un ottimo strumento perché superano le divisioni e pongono al centro la risoluzione delle problematiche". Lo ha detto all'Adnkronos Salute il direttore generale Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, a margine dell'evento 'Prima Consensus Innovation in Breast Cancer' alla Camera, promosso dall'Intergruppo parlamentare sulle nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella.
Per contrastare il fenomeno delle liste d'attesa, "principale ostacolo" alle cure nella sanità pubblica, mentre si attende di "conoscere nel dettaglio i nuovi provvedimenti che saranno messi in campo dal Governo, chiediamo che, nell'affrontare questa urgenza del nostro Servizio sanitario nazionale, si faccia leva su tre punti centrali: un investimento sulle risorse umane e tecniche; una migliore programmazione e trasparenza dei vari canali di accesso; un impegno concreto delle Regioni per i Piani locali di governo delle liste di attesa". Così all'Adnkronos Salute Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, dopo le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni che ha annunciato per i prossimi giorni un nuovo "provvedimento che riguarda le liste d'attesa, con un'attenzione particolare alle Regioni che hanno un'alta mobilità passiva". Le lunghe liste d'attesa, ribadisce Mandorino, "rappresentano da anni il principale ostacolo nella possibilità per i cittadini di accedere al servizio sanitario del nostro Paese. Il disagio è esploso ulteriormente nel corso degli ultimi anni a causa di tutti i ritardi ulteriori dovuti all'emergenza da Covid che si sono sommati alle 'disfunzioni' già presenti nella gestione delle liste di attesa. I cittadini - sottolinea - ci segnalano lunghi tempi per accedere anche a prestazioni urgenti, che andrebbero erogate nel giro di 72 ore. Ma le difficoltà - evidenzia Mandorino - emergono già dalla fase di prenotazione di una visita, ad esempio determinate dall'impossibilità di prenotare per liste bloccate o per i tempi d'attesa troppo lunghi per contattare telefonicamente il Cup".
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