Testa: “Di fatto non è una scelta ma un obbligo, perché apporre una firma tecnica con nota a verbale ci consentirà di restare in prima fila ai prossimi tavoli negoziali"
“La nostra è una scelta – ha spiegato Angelo Testa, presidente nazionale Snami -che si appella al senso di responsabilità che la nostra organizzazione sindacale ha nei confronti della professione medica, dei nostri colleghi e dei nostri pazienti Di fatto non è una scelta ma un obbligo, perché apporre una firma tecnica con nota a verbale ci consentirà di restare in prima fila ai prossimi tavoli negoziali, dove continueremo a lavorare per migliorare le attuali condizioni della medicina territoriale”. Così il sindacato motiva la sua firma tecnica all'Acn 2019-2021.
“Fondamentale è stato inoltre il lavoro di analisi svolto dal comitato centrale sui punti cardine dell’accordo e dall’esecutivo nazionale.
Nota a verbale alla firma Snami all’ACN dell’8 febbraio 2024
Lo SNAMI appone una firma tecnica all’ipotesi di accordo collettivo nazionale dell'8 febbraio 2024 esclusivamente per poter partecipare ai tavoli sindacali decentrati regionali ed aziendali, dove sempre ha fatto valere la sua incisività in difesa di una professione vessata costantemente. Infatti, subiamo una norma, da noi ritenuta iniqua e anticostituzionale, che impone l’esclusione del Sindacato che non firmi l’accordo collettivo nazionale dalla contrattazione periferica. Lo SNAMI ritiene poco soddisfacente l’ipotesi di intesa ACN 2019-21 poiché non ci è stato permesso di discutere collegialmente una bozza che ci veniva presentata per la prima volta e resta motivo di insoddisfazione e di dubbia applicabilità l’impostazione del ruolo unico di assistenza primaria, come delineato dalla Legge 189/2012 che porterà alla disaffezione e peggio ancora ad una riduzione di appeal della professione.
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
La riforma delle Case di comunità rischia di non risolvere il problema. Paolini: "Serve una medicina generale equiparata alla formazione delle altre specialità universitarie"
"La Medicina Generale è divenuta il capro espiatorio a cui attribuire tutte le pecche, i ritardi e i malfunzionamenti del Servizio Sanitario, anche quando, nel caso delle liste di attesa, la Medicina Generale non ha alcuna responsabilità"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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