Molti studi sono stati fatti sulla possibilità che l’esposizione a questi campi possa essere dannosa, ma i risultati non indicano un legame fra l'esposizione alle onde elettromagnetiche e problemi di salute
Gli ultimi decenni hanno visto un aumento senza precedenti di apparecchi e dispositivi che generano campi elettromagnetici. Questa diffusione ha generato preoccupazioni per i possibili rischi per la salute connessi al loro uso. Molti studi sono stati fatti sulla possibilità che l’esposizione a questi campi possa essere dannosa, ma i risultati non indicano un legame fra l'esposizione alle onde elettromagnetiche e problemi di salute.
Analisi
Tutti i corpi, laTerra compresa, emettono onde elettromagnetiche e quindi esiste nell’ambiente una radiazione elettromagnetica di fondo. L’evoluzione tecnologica, però, ha aumentato enormemente le sorgenti artificiali di questo tipo di radiazione: tra le più comuni ci sono i telefoni cellulari, i televisori, i forni a microonde e i radar.
Le onde elettromagnetiche sono formate dai fotoni, le particelle della luce, e la loro energia è direttamente proporzionale alla frequenza, cioè il numero di oscillazioni delle onde: più alta è la frequenza, maggiore è la quantità di energia di ogni fotone. I campi elettromagnetici si dividono in tre categorie: quelli a frequenza estremamente bassa, fino a 300 hertz, associati soprattutto alle infrastrutture per la produzione e la trasmissione di elettricità come le linee di alta tensione, quelli a frequenza intermedia (dai 300 hertz ai 10 megahertz), emessi ad esempio da schermi di computer e dispositivi anti-taccheggio, e infine i campi a radiofrequenza, quelli che generano più timori, che vanno da 10 megahertz a 300 gigahertz e sono legati a dispostivi come televisori, telefoni cellulari, forni a microonde.
I campi elettromagnetici a radiofrequenza non possono provocare mutazioni cancerogene, ma possono scaldare i tessuti: l’energia elettromagnetica trasportata dalle onde, infatti, viene assorbita e convertita in calore. Tuttavia, i livelli dei campi ai quali la popolazione è normalmente esposta sono di gran lunga inferiori a quelli necessari per produrre un effetto significativo. Infatti, gli unici studi che hanno riscontrato effetti negativi come l’insorgere di tumori sono quelli che hanno esposto le cavie a livelli massicci, molto lontani da quelli a cui sono esposti normalmente gòli esseri umani.
Le stazioni radio base per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per la loro capillare diffusione, generano maggiore preoccupazione nella popolazione. Ma il modo in cui queste stazioni irradiano i campi elettromagnetici ed il fatto che la potenza sia limitata per evitare interferenze dei segnali fanno sì che i livelli rimangano molto contenuti. I telefoni cellulari emettono molta meno potenza rispetto alle stazioni radio base, ma dal momento che vengono utilizzati spesso a diretto contatto con l’orecchio quando si effettuano chiamate, il livello di esposizione può essere elevato. Gli studi effettuati finora, però, non hanno mostrato legami significativi tra uso del cellulare e tumori cerebrali.
Ad esempio, lo studio Interphone ha coinvolto 13 Paesi, Italia compresa, e oltre 10.700 persone, focalizzandosi su due tipologie di tumore cerebrale: il glioma e il meningioma. Tra gli utilizzatori regolari di telefoni cellulari, lo studio non ha riscontrato alcun aumento del rischio di tumori, neppure tra coloro che usavano il telefonino da dieci anni o più, ma è stato rilevato un nesso con una piccolissima percentuale di coloro che facevano un utilizzo improprio e particolarmente intensivo di questi apparecchi. Risultati simili sono stati ottenuti in un ramo dello studio che valutava invece l’associazione con il neurinoma del nervo acustico, un tumore benigno che incide sull’udito.
The INTERPHONE Study Group, Acoustic neuroma risk in relation to mobile telephone use: Results of the INTERPHONE international case–control study, Cancer EpidemiologyVolume 35, Issue 5, October 2011, Pages 453-464
IARC Report to the Union for International Cancer Control (UICC) on the Interphone Study, 2011
Frei et al, Use of mobile phones and risk of brain tumours: update of Danish cohort study, 2011, British Medical Journal
Schüz et al, Cellular Telephone Use and the Risk of Brain Tumors: Update of the UK Million Women Study, 2022, Journal of the National Cancer Institute
Castaño-Vinyals et al, Wireless phone use in childhood and adolescence and neuroepithelial brain tumours: Results from the international MOBI-Kids study, 2022, Environment International
COSMOS, Cohort Study of Mobile Phone Use and Health:
S. Parasuraman et al., Smartphone usage and Increased Risk of Mobile Phone Addiction: A Concurrent Study, International Journal of Pharmaceutical Investigation, 2017, 7, 3, 125-131
Istituto Superiore di Sanità, Epicentro, Campi elettromagnetici
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