In parchi e fermate bus. Salvini, esagerato. Perrone Filardi: "E' un principio di attenzione a tutela pure dei non fumatori". Altroconsumo: E' la giusta direzione
A 20 anni dalla legge Sirchia, che estese il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, è in arrivo una nuova stretta contro le sigarette tradizionali ma anche contro le più recenti sigarette elettroniche e-cig ed i prodotti da tabacco riscaldato.La bozza con i nuovi divieti, già annunciati dal ministro della Salute Orazio Schillaci, sarebbe pronta, come anticipato dal quotidiano La Stampa. Le nuove norme dovrebbero prevedere lo stop al fumo, incluse le e-cig, nei dehors, alle fermate dei mezzi pubblici e anche nei parchi se sono presenti bambini e donne incinte. Contrario il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e vicepremier, Matteo Salvini, che definisce la stretta "esagerata", mentre plaudono all'introduzione dei nuovi divieti medici ed oncologi.
Già lo scorso gennaio, illustrando le linee programmatiche del dicastero della Salute, Schillaci aveva annunciato l'intenzione di estendere il divieto di fumo "in altri luoghi all'aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori nei locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti non da fumo (sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato); estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina e ai device dei prodotti del tabacco riscaldato".
“Ribadisco da medico e da ministro che il fumo fa male. Lo sappiamo tutti e lo sappiamo da anni. La bozza che è uscita sui giornali è una bozza che io non avevo nemmeno visionato. Sicuramente è un percorso che stiamo facendo con grande attenzione al fumo nella prevenzione, ma ovviamente senza toccare le libertà individuali, questo tengo a precisarlo”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della conferenza stampa di presentazione dei numeri verdi di pubblica utilità attribuiti alle società scientifiche della Fism, a proposito della bozza del provvedimento sulla stretta al fumo che, secondo quanto si apprende, è stata messa a punto dagli uffici tecnici del ministero. “Da sempre seguo il metodo scientifico e anche sull'uso delle e-cig sto raccogliendo tutta la documentazione. Quando avremo le idee più chiare magari ci confronteremo anche su questo argomento. Bisogna sempre seguire la scienza e non l'ideologia” “Ripeto, è una bozza - ha precisato - e quindi chi l'ha letta con attenzione posso capire che possa aver trovato delle cose che poi magari nel provvedimento finale non ci sono”.
Una stretta annunciata che vede contrario Matteo Salvini: "Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all'aperto appare esagerato. Voi che dite?", ha scritto su Twitter. Di parere opposto gli oncologi: E' una "decisione positiva - afferma il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Saverio Cinieri - perchè è scientificamente provato che il fumo favorisce l'insorgenza di moltissimi tipi di tumore. Il fumo è correlato anche a patologie cardiovascolari e neurologiche, pertanto l'estensione dei divieti è senza dubbio condivisibile". Cinieri si dice d'accordo anche rispetto all'estensione dei divieti alle e-cig: "Non abbiamo studi sul lungo periodo relativi ai loro effetti, ma senza dubbio le e-cig, sempre più di moda tra i giovanissimi, stanno diventando un veicolo verso l'assuefazione da nicotina proprio nei ragazzi che credono, erroneamente, che questa tipologia di sigaretta non determini dipendenza". Accoglie con favore la stretta anche il presidente della Società italiana di cardiologia (Sic), Pasquale Perrone Filardi: "E' un principio di attenzione a tutela pure dei non fumatori. Secondo recenti dati, infatti, non esiste un rischio zero e anche una breve esposizione al fumo passivo può rappresentare un pericolo per il cuore". I divieti tuttavia non bastano secondo Fabio Beatrice, direttore del Mediterranean Observatory of Harm REduction (MOHRE) e fondatore del Centro antifumo dell'Ospedale San Giovanni Bosco di Torino. "Non sono contrario ai divieti ma è impensabile che la politica di contenimento del tabagismo in Italia, considerando che il tabagismo causa 93mila morti l'anno nel nostro Paese, possa passare solo da politiche di divieti. Sono necessarie altre misure, a partire dall'introduzione di strategie di riduzione del rischio attraverso l'utilizzo delle e-cig, meno tossiche del 95%, per i fumatori che non riescono a smettere". "Stupisce la volontà del ministro di estendere i divieti anche alle e-cig che - conclude l'esperto - non andrebbero equiparate alle sigarette tradizionali".
"Come Altroconsumo, da tempo sosteniamo la necessità di una stretta sull’utilizzo di sigarette elettroniche e di prodotti a tabacco riscaldato. Per questo, crediamo che la proposta del Ministro della Salute Orazio Schillaci vada nella giusta direzione. Serve però un impegno di tutto il Governo, che in questo momento non è ancora chiaro" dichiara Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo.
"Si tratta di una tematica su cui lavoriamo da tempo, anche grazie alla nostra petizione e alla collaborazione con il movimento contro il fumo Tobacco Endgame. Infatti, i nuovi prodotti, come quelli a tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, sono sempre più diffusi ma, ad oggi, non si sa se il loro uso prolungato porterà a un minor danno per la salute rispetto al fumo tradizionale. Nonostante ciò, attualmente, un regime fiscale per questi prodotti prevede un’accisa ridotta, abbiamo stimato che tale tassazione di favore ha regalato alle industrie che producono tabacco riscaldato circa 1 miliardo di euro e a quelle che producono sigarette elettroniche 200 milioni di euro, di cui lo Stato italiano si è privato e che potrebbero essere meglio utilizzati per altre voci di spesa, come ad esempio la ricerca, l’educazione e la prevenzione. Riteniamo inoltre che debba essere valutato il divieto di pubblicizzazione, alla stregua di quanto accade per le sigarette tradizionali, oltre a quello di utilizzo nei luoghi pubblici di cui si discute in queste ore. Le intenzioni del ministero della Salute sono un buon punto di partenza, ma crediamo che su questa questione serve un impegno di tutto il Governo, con iniziative coraggiose e importanti per la salute dei cittadini", ha concluso Cavallo.
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