Presentate le proposte operative per la vaccinazione dei soggetti adulti fragili e immunocompromessi promosse da Simit e Siti con l'appoggio delle società scientifiche
"E' fondamentale mettere in campo ogni sforzo per proteggere i più fragili e gli anziani". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso della presentazione ieri mattina delle proposte operative per la vaccinazione dei soggetti adulti fragili/immunocompromessi promosse da Simit e Siti con l'avallo di diverse società scientifiche. "Stiamo organizzando un lancio sulle principali reti e stiamo valutando anche la presenza di testimonial, preferirei avere attori non professionisti. Stiamo realizzando dei filmati in queste ore e daremo comunicazioni quanto prima. Entro la prossima settimana avremo una campagna di comunicazione per la vaccinazione contro influenza e Covid, nella speranza che tutti possano capirne l'importanza. Prima che i virus inizino a circolare più rapidamente, abbiamo bisogno dell'impegno di tutti per far sì che chi è più fragile capisca l'importanza di vaccinarsi", ha aggiunto il ministro.
Infine, Schillaci in tema di contrasto al Covid ha annunciato: "Stiamo lavorando anche sulla quarantena per far sì che soprattutto i pazienti asintomatici positivi possano rientrare prima. A breve anche su questo faremo una comunicazione, eventualmente eliminando anche il tampone finale". Quanto al documento presentato, le Società Scientifiche ritengono "essenziali" alcuni interventi urgenti al fine di "incrementare le coperture vaccinali dei soggetti fragili/immunodepressi per tutte le malattie infettive che ormai rappresentano un caposaldo in ambito preventivo per garantire un invecchiamento in buona salute. In questo ambito occorre ricordare l’importanza delle vaccinazioni per influenza, herpes zoster, pneumococco e richiami vaccinali".
Tenuto conto che spesso i dati di copertura vaccinale non sono disponibili o aggiornati e che le coperture stesse risultano estremamente basse, per le società scientifiche proponenti risulta fondamentale:
1) Richiamare l’attenzione dei medici specialistisulle raccomandazioni nazionali e internazionali delle Società Scientifiche di riferimento, alle quali questo documento intende rifarsi (vedasi elenco in fondo al testo), circa le vaccinazioni che è necessario raccomandare ai propri pazienti. Particolare riguardo va posto nei confronti di quelle malattie infettive prevenibili da vaccino che possono riattivarsi o svilupparsi ex novo in corso di terapie che agiscono in senso depressivo sul sistema immunitario, favorendo una cultura che inserisca le vaccinazione come aspetto di buona pratica clinica da implementare in tutti questi pazienti, ricordando che le vaccinazioni indicate nel PNPV vigente sono da intendersi, per il cittadino a rischio, come Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e quindi in offerta gratuita da parte del SSN e dai quali non si può prescindere. I pazienti candidati a terapia immunosoppressiva o già in trattamento con farmaci che riducano la funzionalità del sistema immunitario devono avere la priorità nell’accesso alle vaccinazioni raccomandate secondo le indicazioni già presenti nei vari position papers/raccomandazioni esistenti redatte dalle singole società scientifiche a cui, come detto, questo documento intende rifarsi per ogni aspetto di carattere clinico e scientifico.
2) Creazione di percorsi vaccinali ad hoc per i soggetti fragili/immunodepressi, dove la Sanità Pubblica territoriale mantenga la governance complessiva delle vaccinazioni erogate ma possano avvalersi del supporto organizzativo ed operativo di MMG e Specialisti, secondo la seguente suddivisione per opportunità:
a) per pazienti affetti da patologie croniche (quali ad es. diabete mellito, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie) favorire per quanto possibile la vaccinazione presso gli ambulatori dei MMG implementando accordi dedicati che allarghino l’offerta oltre la vaccinazione stagionale anti-influenzale, includendo in modo particolare quelle vaccinazioni che ad oggi presentano livelli di copertura molto bassi utilizzando ove possibile strategie di co-somministrazione. Qualora non fattibile, o in maniera auspicabilmente complementare, promuovere le vaccinazioni negli ambulatori specialistici dedicati dove questi pazienti vengono abitualmente seguiti e quindi più facilmente arruolati nel percorso vaccinale e/o implementare, da parte dei Dipartimenti di Prevenzione territoriali, campagne di chiamata attiva e seguente vaccinazione per soggetti affetti da specifiche condizioni di rischio.
b) per pazienti affetti da immunodepressione primitiva o secondaria a patologia e/o terapia (pazienti con malattie reumatologiche, oncologiche, onco-ematologiche, neurologiche, gastroenterologiche, dermatologiche, ecc.) favorire per quanto possibile la vaccinazione direttamente presso i luoghi di cura (ospedali, cliniche, ecc.) dove questi pazienti vengono seguiti. A tale scopo, il modello organizzativo utilizzato per le campagne vaccinali contro COVID-19 (ambulatori vaccinali intraospedalieri) rappresenta il modello più idoneo per far fronte alla vaccinazione di questi soggetti in quanto garantisce accesso facilitato, rapido e diretto alla vaccinazione, multidisciplinarietà e rapporto fiduciario tra pazienti e specialisti che li hanno in cura (minore rischio di esitazione vaccinale (vaccine hesitancy) e dispersione). Si ricorda peraltro che la vaccinazione di questi soggetti può essere spesso non differibile in quanto strettamente legata alla immunodepressione, pertanto richiede un livello di gestione che riduca il più possibile tempi di attesa ed esecuzione dell’atto vaccinale presso strutture diverse rispetto a quelle di riferimento del paziente.
3) Al fine di poter realizzare quanto auspicato e richiesto al punto 2), si ritiene indispensabile provvedere il prima possibile al superamento di alcune barriere che ad oggi ostacolano i percorsi menzionati:
a) Approvvigionamento dei vaccini da parte degli Enti Ospedalieri/Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)/Ambulatori Specialistici o di Medicina Generale: si rende necessario favorire – nelle modalità più idonee da definire territorialmente e caso per caso – la fornitura di tutti i vaccini destinati ai soggetti fragili/immunodepressi alle strutture sopra menzionate. Ferma restando la già menzionata necessità da parte della Sanità Pubblica territoriale di mantenere la governance sulle vaccinazioni, risulta altresì fondamentale che si instauri una collaborazione proficua affinché tutti i limiti organizzativi e burocratici legati alla fornitura dei vaccini vengano superati in tempi rapidi. Si sottolinea come, da più parti, questa risulti essere la principale barriera organizzativa alla vaccinazione dei soggetti fragili e immunodepressi e che quindi richieda lo sforzo maggiore da implementare.
b) Operatività ed Accesso all’Anagrafe Vaccinale da parte degli Enti Ospedalieri/Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)/Ambulatori Specialistici o di Medicina Generale: la maggior parte dei suddetti Enti non gode dell’accesso informatico all’Anagrafe Vaccinale in uso presso i Dipartimenti di Prevenzione. Tale strumento risulta essenziale sia per effettuare una corretta anamnesi vaccinale sia per consentire che le vaccinazioni possano essere agilmente registrate (e non solo effettuate) nei luoghi di cura dei soggetti fragili/immunodepressi.
c) Sensibilizzazione delle Direzioni Sanitarie degli Enti Ospedalieri/Assistenziali al problema della vaccinazione di questi soggetti affinché dispongano all’interno dei loro Enti le misure organizzative necessarie per far fronte a questa esigenza e collaborino con i Dipartimenti di Prevenzione per rimuovere le barriere mappate ai precedenti punti a) e b).
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