Poniamo lo sguardo su uno studio del 2020 che mette in risalto l’efficacia e la sicurezza di Selpercatinib nei tumori della tiroide avanzati.
Il proto-oncogene RET codifica per un recettore transmembrana tirosin-chinasi che è costitutivamente attivato attraverso due meccanismi distinti:
Nel complesso, queste alterazioni danno luogo a segnali indipendenti dal ligando e oncogenesi.
Gli inibitori multitarget delle chinasi sono approvati per il carcinoma midollare della tiroide e per il carcinoma differenziato della tiroide refrattario allo iodio radioattivo. Sebbene la percentuale di pazienti che hanno una risposta a questi agenti vari dal 12 al 65%, la sicurezza e la durata delle risposte sono limitate dagli effetti tossici.¹
Selpercatinib (precedentemente noto come LOXO-292) è un inibitore del recettore tirosin-chinasi RET, competitivo per l'ATP e altamente selettivo.¹
Nei modelli sperimentali, è stato dimostrato che selpercatinib ha una potenza nanomolare contro diverse alterazioni RET. La sicurezza e l'efficacia di selpercatinib sono state valutate in uno studio clinico di fase 1-2 che coinvolgeva pazienti adolescenti e adulti con qualsiasi tipo di tumore solido che presentasse un'alterazione attivante di RET (LIBRETTO-001) .¹
Nella pubblicazione di Wirth et al relativa allo studio Libretto-001 viene analizzata la sicurezza e l'efficacia di selpercatinib in pazienti con carcinoma della tiroide RET-alterato.
In questo trial di fase 1-2 sono stati arruolati 162 pazienti RET+ suddivisi in tre distinte coorti:
• 55 pazienti con tumore midollare della tiroide già sottoposti a precedenti trattamenti con inibitori delle tirosin-chinasi
• 88 pazienti con tumore midollare della tiroide naive da trattamenti con inibitori multitarget delle tirosin-chinasi
• 19 pazienti pretrattati affetti da tumore della tiroide non midollare con fusione di RET.
Tutte le tre coorti hanno fatto registrare ottimi tassi di risposta obiettiva. Tra i pazienti con MTC e con mutazione di RET, il trattamento con selpercatinib ha determinato un tasso ORR del 69% (IC 95%, 55-81%) e la sopravvivenza libera da progressione a un anno è stata dell'82% (IC 95%, da 69 a 90) nella coorte già trattata.¹
Invece nella coorte mai trattata (naive) con MTC e con mutazione di RET il tasso ORR è stato del 73% (IC 95%, 62-82%) e la sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stata del 92% ( 95% CI, da 82 a 97).¹
Il tasso di risposta obiettiva è stato del 79% (IC 95%, 54-94%) tra i pazienti con malattia positiva alla fusione RET precedentemente trattati e la sopravvivenza libera da progressione a 1 anno è stata del 64% (IC 95%, da 37 a 82).¹
Gli eventi avversi più comuni correlati al trattamento di grado 3/4 sono stati: ipertensione (21%), alti livelli di ALT [alanina aminotransferasi] (11%) e AST [aspartato aminotransferasi] (9%). Si sono verificati 5 eventi avversi di grado 5, che sono stati considerati non-correlati al trattamento con selpercatinib. Gli eventi più comuni correlati al trattamento hanno portato a una riduzione della dose nel 30% dei pazienti e all'interruzione del trattamento nel 2%.¹
In sintesi selpercatinib ha mostrato un'efficacia duratura con effetti collaterali principalmente di basso grado in pazienti con carcinoma midollare della tiroide con e senza precedente trattamento con vandetanib o cabozantinib.¹
L'attività è stata anche vista in una piccola coorte di pazienti con tumori della tiroide positivi alla fusione di RET precedentemente trattati.
Lo studio di Wirth et al è di notevole interesse in quanto mette in risalto le peculiarità di selpercatinib e conferma l’efficacia e la sicurezza del farmaco¹ fornendo quante più risposte a domande sul trattamento dei tumori della tiroide RET alterati.
Bibliografia
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PP-SE-IT-0093- Data di deposito AIFA 21/12/2021
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