Per il secondo anno consecutivo l’Istituto dei tumori partenopeo entra nella classifica di Newsweek affermandosi al quarantesimo posto e scalando di un gradino a livello nazionale, passando al quarto posto, rispetto al quinto dell’anno scorso
Al 40simo posto nel mondo e al quarto in Italia, primo in assoluto, e con grande distacco dalle altre strutture, nel centro e sud Italia. Per il secondo anno consecutivo il Pascale entra nella classifica dei World's Best Hospitals stilata ogni anno da Newsweek in base al tenore e all'aspettativa di vita, alle dimensioni della popolazione, al numero di ospedali e soprattutto alla disponibilità di dati relativi ad ogni aspetto del servizio ospedaliero. E rispetto all’anno scorso, fa anche meglio, scalando di un posto, sotto, ma di pochissimo solo a Milano e a Padova, confermandosi al quarantesimo posto in una classifica in cui la fanno da padrone gli Stati Uniti.
Il prestigioso riconoscimento arriva al Pascale a distanza di pochi giorni dalla decisione dell’Oeci, l’Organisation of European Cancer Institutes, la rete che raggruppa i più importanti centri di ricerca e cura dei tumori europei, di accreditare il Pascale come "Comprehensive Cancer Center", il massimo titolo che l’Oeci possa attribuire a un polo oncologico e che si ottiene solo se si ottempera a 63 diversi standard, suddivisi in 272 requisiti. Il tutto elaborato a livello europeo negli ambiti della cura e assistenza, della ricerca scientifica e dell’innovazione, della prevenzione e della formazione. Secondo l’Oeci e ora anche di Newsweek, dunque, il Pascale sa prendersi carico del paziente non solo per la cura della sua malattia, ma anche per la gestione di tutti quegli aspetti che possono influenzare il suo percorso terapeutico secondo un approccio multidisciplinare che mette al centro le esigenze del paziente e dei suoi familiari, elaborando un piano terapeutico su misura, a partire dagli ultimi sviluppi della ricerca oncologica svolta al proprio interno e in collaborazione con università e altri partner scientifici. "Un traguardo – dice il direttore generale del polo oncologico che da un anno raggruppa tre strutture, il presidio collinare, l’Ascalesi e il Crom di Mercogliano – raggiunto grazie al coinvolgimento di diverse figure, come l’oncologo medico, il chirurgo oncologo, il patologo dedicato, il radioterapista, un componente dell’area scientifica o di ricerca, lo psicologo, il logoterapista. Prova che dove, e quando, c’è sinergia, il risultato finale è sempre maggiore della somma dei singoli componenti. E grazie soprattutto a questa sinergia siamo riusciti ad ottenere questi prestigiosi traguardi che ci impongono di continuare con sempre maggiore impegno".
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