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Covid rende più fragile il cuore: aumentano i casi d'infarto e ictus

Cardiologia Redazione DottNet | 20/12/2020 18:39

Sars-Cov-2 è in grado di danneggiare l'endotelio interno dei vasi. Inoltre, può provocare miocardite in almeno il 7% dei pazienti

Nei pazienti affetti da Covid 19 aumentano i casi di infarto miocardico per un aumento dell'instabilità delle placche aterosclerotiche, per una trombosi coronarica o per un danno miocardico, anche in assenza di restringimenti delle arterie. Sars-Cov-2 è in grado di danneggiare l'endotelio interno dei vasi. Inoltre, può provocare miocardite in almeno il 7% dei pazienti. Nel 78% dei guariti si trovano alterazioni cardiache strutturali di vario genere, con segni simili a quelli lasciati da un infarto.   Tutto ciò suggerisce che il virus può lasciare "un'eredità" sulla funzionalità cardiovascolare e talvolta comprometterla con danni permanenti al cuore.

Il Covid-19 si conferma cosi' un 'killer multiorgano' e anche il cuore ne fa le spese: sono sempre più numerosi gli studi che segnalano danni cardiaci a seguito dell'infezione da SARS-CoV-2 e un contagiato su 5 va incontro a conseguenze cardiovascolari. I danni sull'endotelio dei vasi sanguigni, l'aumento dell'instabilità delle placche aterosclerotiche, un danno miocardico, l'incremento dell'infiammazione cardiaca e la comparsa di alterazioni strutturali simili a quelle provocate da un infarto, presenti in una consistente quota di casi, suggeriscono che l'infezione Covid potrebbe lasciare strascichi, anche a lungo termine, sulla funzionalità cardiovascolare, con un aumento del rischio di infarto o ictus, soprattutto nei pazienti usciti dalla terapia intensiva.

Un preoccupante scenario che emerge da un simposio in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia.  "I primi dati degli studi di questi mesi indicano che anche SARS-CoV-2 può comportare ripercussioni serie, non solo a breve termine, sui pazienti guariti, soprattutto se usciti dalle terapie intensive - spiega Ciro Indolfi, Presidente SIC - Un sempre maggior numero di segnalazioni indica la comparsa di danni cardiovascolari anche in pazienti guariti che non avevano disturbi cardiovascolari prima del contagio.

Il cuore dei pazienti è perciò più fragile durante la malattia ma lo può restare anche dopo: è stato segnalato, per esempio, che Covid-19 può provocare una miocardite in un almeno il 7% dei pazienti che non avevano alcun disturbo cardiaco prima del contagio, e nel tempo questa infiammazione cardiaca può avere conseguenze sulla funzionalità dell'organo". "Inoltre, un recente studio condotto in Germania, su 100 sopravvissuti, pubblicato su JAMA Cardiology, ha evidenziato che nel 78% dei guariti si trovano alterazioni cardiache strutturali di vario genere con segni simili a quelli lasciati da un infarto" dichiara Gianfranco Sinagra, Vicepresidente SIC 

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