Per la prescrizione della terapia anticoagulante orale nei pazienti con Fibrillazione Atriale Non Valvolare (FANV), il 17 giugno 2020 l’AIFA ha reso pubblica sulla Gazzetta Ufficiale la nuova Nota 97, vediamo di cosa si tratta.
In un periodo di grande emergenza sanitaria, legato alla pandemia dovuta al Covid 19, tutti gli enti sanitari hanno provato ad ottimizzare le cure, snellire la burocrazia ed arrivare a curare i pazienti nel miglior modo possibile e in tempi più rapidi. È proprio per rendere più smart la pratica clinica che Aifa, a giugno 2020, ha emesso la Nota 97 rivolta ai medici di medicina generale (MMG) per i pazienti affetti da Fibrillazione atriale non valvolare (FANV).
In sostanza la nota ha reso possibile la prescrizione dei nuovi anticoagulanti orali ad azione diretta (NAO/DOAC: apixaban, dabigatran, edoxaban, rivaroxaban) e degli antagonisti della vitamina K (AVK: warfarin e acenocumarolo), anche ai Medici di Medicina Generale (MMG).
Questi ultimi giocano un ruolo fondamentale nella gestione dei pazienti con fibrillazione atriale (FA) in quanto possono riconoscere tempestivamente la patologia, sia quando è determinata da sintomi sia quando decorre in modo asintomatico, perché hanno la possibilità di instaurare una efficace prevenzione delle temibili complicanze tromboemboliche che essa comporta.
Il medico di medicina generale (MMG) ha l’opportunità di valutare correttamente i pazienti che lamentano disturbi attribuibili alla aritmia ed effettuare uno screening opportunistico nei pazienti a rischio.
La prescrizione della terapia anticoagulante orale è a carico del SSN e dovrà essere accompagnata dalla compilazione di una scheda di valutazione. Una copia della scheda dovrà essere conservata dal prescrittore e una consegnata al paziente, in previsione del successivo aggiornamento periodico in occasione del follow-up.
In questo articolo andiamo ad analizzare il percorso decisionale descritto nella Nota 97.
Primo step. La diagnosi di FANV, deve essere confermata da un elettrocardiogramma che evidenzi con certezza la presenza di una FA e dalla valutazione clinica del paziente.
Secondo step. La decisione di iniziare un trattamento anticoagulante per la prevenzione primaria o secondaria di ictus ed embolia sistemica in pazienti adulti con FANV deve avvenire dopo una accurata valutazione del rischio trombo-embolico e del rischio emorragico del singolo paziente. Per il calcolo del rischio tromboembolico si deve far riferimento allo score CHA2DS2-VASc, come nella precedente normative.
Esso è attualmente il più utilizzato e raccomandato dalla Società Europea di Cardiologia (ESC) e le Tabelle 1 e 2, riportate di seguito, illustrano come calcolare lo score e qual è il rischio tromboembolico associato:
Per fattori di rischio emorragico si deve far riferimento alla Tabella 3, in cui come si evince vengono suddivisi in modificabili, potenzialmente modificabili, non modificabili, e fattori di rischio legati a biomarker.
Questo aspetto comporta una novità nella determinazione di rischio emorragico che si sposta, da un criterio quantitativo calcolabile con uno score ad un criterio qualitativo derivante dalla osservazione clinica del medico.
Terzo step. La terapia anticoagulante dovrà essere iniziata (e sarà rimborsabile) in tutti i pazienti con punteggio CHA2DS2-VASc: >2 (se maschi) e >3 (se femmine).
Quarto step. La scelta dell’anticoagulante da utilizzare, come descritto dalla Nota 97, deve avvenire tra i nuovi farmaci anticoagulanti orali inibitori diretti della trombina (NAO o DOAC) e gli anticoagulanti orali inibitori della vitamina K (AVK), che rappresentano, gli unici farmaci attualmente disponibili di provata efficacia per la prevenzione dell’ictus e dell’embolia arteriosa periferica nei pazienti con FANV.
In particolare, i NAO/DOAC si sono dimostrati in alcuni casi più efficaci, degli AVK nel ridurre il rischio di ictus/embolia arteriosa periferica nei pazienti con FANV, e più sicuri degli AVK rispetto al rischio di emorragia intracranica. I NAO non possono essere però consigliati in pazienti con insufficenza renale con VFG <15, mentre gli AVK non possono essere consigliati in pazienti con pregressa emorragia intracranica, o ad alto rischio di svilupparla.
Concludendo, la fibrillazione atriale è la più comune irregolarità cardiaca, solo in Europa si stimano più di 11 milioni di persone affette da questo tipo di aritmia. Inoltre considerando le caratteristiche della patologia unitamente alle conseguenze sulla vita dei pazienti risulta fondamentale intervenire in maniera tempestiva. La nuova Nota 97, si fa carico di questo onere, ridando centralità alla figura dell’MMG rendendo l’intervento più capillare nel tessuto sanitario e dando una spinta positiva al benessere dei pazienti.
Bibliografia
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
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Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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