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Diabete: studio Amd, promossa assistenza in centri specialistici

Diabetologia Redazione DottNet | 28/05/2009 13:20

Migliora in Italia la qualità dell'assistenza ai malati di diabete in cura nei centri specialistici della Penisola. A fotografare la situazione di questi pazienti è lo studio svolto dall'Associazione medici diabetologi (Amd), illustrato in una conferenza a Roma. L'indagine, che ha per nome 'Annali 2004-2007, quello preso in esame per studiare l'andamento di oltre 120 centri di diabetologia italiani e più di 500mila pazienti. I dati sono stati diffusi oggi, a 24 ore dall'inizio del XVII congresso nazionale dell'Amd, in programma fino a sabato a Rimini.
 

Il quadro che emerge dagli Annali è tutto sommato positivo: è infatti evidente un miglioramento progressivo delle performance assistenziali comprese nel periodo 2004-2007. Lo dimostra il dato sull'HbA1c, il parametro che determina il livello di controllo della
malattia, quello sui lipidi e quello sul controllo della pressione. "La conferma del trend di miglioramento delle cure - sottolinea Giacomo Vespasiani, coordinatore degli Annali Amd è data dall'aumento di tutti gli indicatori di esito favorevole considerati e dalla contemporanea riduzione dei corrispondenti indicatori di esito sfavorevole". Ma c'è anche qualche ombra. "Ad esempio i dati sul monitoraggio della funzionalità renale dell'esame del piede - osserva Vespasiani - sono ancora deludenti, dobbiamo migliorare".

Dall'indagine emerge che alla quasi totalità delle persone con diabete di tipo 1 è stata misurata almeno una volta l'anno l'HbA1c. Secondo gli standard italiani, l'obiettivo da raggiungere è un valore HbA1c stabilmente inferiore al 7%. Questo avviene nel 30% dei casi, ma negli anni si è assistito ad un progressivo aumento di quanti raggiungevano l'obiettivo (+15,8% rispetto al 2004), con una parallela diminuzione di coloro che avevano un valore superiore al 9%. Per i pazienti colpiti da diabete di tipo 2, invece, l'HbA1c è misurata almeno una volta l'anno nel 90% dei casi. L'obiettivo del valore sotto il 7% è raggiunto da un numero elevato nel 2007 (47,9%) rispetto al 2004 (5%).
Ma lo studio Annali Amd non si è fermato qui. L'indagine ha infatti analizzato anche le differenze che ci sono tra i centri specialistici attivi dal 2004 (87, per la precisione) e quelli che solo negli ultimi anni sono entrati a far parte di questa rete (i restanti 35). Il risultato che ne è uscito "è stimolante", confessa Adolfo Arcangeli, presidente Amd. La percentuale di miglioramento è infatti maggiore nei centri specializzati che si occupano dei pazienti da molti anni. "Questo dato è uno dei più importanti - sintetizza Vespasiani - perchè per noi era un po' come la prova del nove". "Questo dato è stimolante - ribadisce Arcangeli - ma può diventare entusiasmante se, sulla base delle indicazioni individuate, i centri di diabetologia sapranno realizzare interventi specifici finalizzati al miglioramento. Accelerando quel circolo virtuoso che gli Annali e Amd hanno messo in azione da anni, con risultati che potranno essere condivisi dal ministero competente e dalle Regioni per permettere un'assistenza adeguata". Per migliorare ancora di più la cura di questi pazienti, il presidente ha una ricetta riassumibile in tre punti. "Bisogna riorganizzare l'assistenza, formare gli operatori sanitari e supportare la ricerca attraverso l'evidenza scientifica".

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