Valori di Glicemia elevata, anche in pazienti che non hanno mai avuto diabete, sono comuni nelle prime ore post infarto acuto ed elevati livelli alla ammissione sono associati ad una più elevata mortalità ospedaliera.
E' possibile che misurazioni seriate possano avere una rilevanza prognostica superiore alla sola valutazione all'ingresso? E' proprio quello che si sono chiesti gli autori dell'articolo pubblicato questa settimana su Circulation. Nello studio sono stati inseriti circa 17000 pazienti con infarto miocardico acuto. Sono stati calcolati la glicemia media, la glicemia media per tempo di ricovero e l'indice iperglicemico valutati nelle prime 24 ore, alle 48 H, e durante tutto il ricovero. Nello studio statistico le valutazioni seriate della glicemia sono state comparate alla valutazione della glicemia all'ingresso per la capacità di predire la mortalità. E' risultato che il valore della glicemia media è il parametro che più è associato all'aumento della mortalità cardiaca con una relazione maggiore rispetto alla semplice valutazione all'ingresso.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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