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La tromboembolia ha un esito fatale in un caso su 100

Cardiologia Redazione DottNet | 15/04/2020 13:48

Una trombosi venosa non riconosciuta e non curata si complica con embolia polmonare in 40 casi su 100

Pericolosi coaguli nel sangue che possono bloccare la circolazione sanguigna: è la tromboembolia che ha esito fatale in un caso su 100 e che si va evidenziando come una delle complicanze nella sindrome Covid-19.    Secondo quanto riferito in una nota della ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus, quest'anno, in occasione della giornata, la ALT lancia una campagna informativa social per spiegare come riconoscere in particolare la tromboembolia polmonare e per dare un aiuto concreto con la raccolta fondi ALT contro Covid (obiettivo 100 mila euro).  La tromboembolia venosa colpisce in Italia ogni anno 1 persona su 100. È la causa più probabile di complicanze e morte nelle donne dopo il parto; 10 persone su 100 fra quelle colpite perdono la vita entro 30 giorni dalla diagnosi, 90 persone su 100 guariscono.

Una trombosi venosa non riconosciuta e non curata si complica con embolia polmonare in 40 casi su 100. L'embolia polmonare è la complicanza più grave di una trombosi che si forma in una vena, delle gambe, delle braccia, dell'addome, di qualunque parte del corpo. I medici constatano ogni giorno che i pazienti ricoverati per COVID -19 sono colpiti da polmonite con insufficienza respiratoria causata dal virus, accompagnata spesso da complicanze cardiovascolari e in particolare da trombosi venosa ed embolia polmonare.   "Conoscere la trombosi, sapere quali sono le situazioni a rischio, imparare a riconoscerne i sintomi premonitori senza sottovalutarli, agire sui fattori di rischio modificabili, significa prendersi cura della propria salute e diminuire il rischio di trombosi", afferma Lidia Rota Vender, presidente di ALT.

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