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Impianto della valvola aortica per via percutanea: è finito il tempo dei pionieri

Cardiologia Redazione DottNet | 04/08/2008 12:42

Sono passati circa 5 anni da quando il pioniere della tecnica il Prof. Alain Cribier di Rouen Francia ha effettuato il primo trattamento della stenosi della valvola aortica per via percutanea.

Infatti più che di una sostituzione si tratta di apporre sulla valvola malata e ristretta una nuova valvola biologica racchiusa all'interno di uno stent e dilatata su quella vecchia. La stenosi aortica severa non trattata provoca la morte del paziente entro 2 anni nel 50% dei casi e per questo motivo bisogna adottare tutte le tecniche mediche e chirurgiche per ridurre questa mortalità. Il Prof. Alec Vanihan, noto cardiologo dell'ospedale Bichat di Parigi e molto stimato operatore interventista soprattutto nel campo della riparazione delle valvole cardiache ha guidato un pool di esperti internazionali, cardiologi e cardiochirurghi nella stesura del primo documento ufficiale sulla indicazione attuale alla sostituzione percutanea della valvola aortica.

La tecnica di impianto ed i materiali impiegati ha subito negli ultmi anni un enorme sviluppo con un notevole vantaggio sia sui tempi di impianto che sulla morbi-mortalità post impianto. Si tratta di una tecnica ancora giovane che per ora ha indicazione solo nei casi giudicati inoperabili da una equipe congiunta di cardiologi e cardiochirghi (problemi respiratori, pregresse sternotomia, insufficienza renale etc) oppure con rischio di mortalità perioperatoria molto elevata. Esistono alcuni limiti tecnici e soprattutto mancano ancora dati a lungo tempo per valutare eventuali estensioni della indicazione.
La via retrograda per approccio femorale è la tecnica attualmente più utilizzata ma ha il grosso limite di non essere applicabile nei pazienti con patologia dell'asse femoro-iliaco. L'approccio anterogrado per puntura transapicale, mediante preparazione chirurgica, appare molto promettente nei pazienti che non possono essere trattati per via femorale. Negli ultimi mesi il numero di impianti di queste valvole è raddoppiato e si prevede che il numero di interventi effettuati con questa tecnica duplicherà nei prossimi 2 anni. In definitiva per ora si può dire che la tecnica non è più solo nelle mani di alcuni pionieri ma è estesa ad un numero più esteso di cardiologi e cardiochirurghi con concrete possibilità di espansione anche nei pazienti a minore rischio operatorio. Occorreranno studi clinici su larga scala e con duarta di follow up lungo per chiarire il reale futuro della tecnica. Rimane da notare che la sostituzione valvola aortica per via chirurgica è per ora l'unica tecnica approvata al momento per il trattamento della stenosi aortica severa e che la terapia medica è del tutto insufficiente nel ridurre la mortalità.

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