Se accetta un compito che non è in grado di svolgere se ne assume tutti gli oneri
Quali sono le responsabilità di uno specializzando? E che cosa succede in caso di errore? Quesiti a cui risponde una sentenza della Cassazione (numero 26311/2019) e che è di grande attualità, vista, per esempio, la delibera della Regione Lombardia che prevede l’ingresso di circa 2 mila medici specializzandi del quarto e quinto anno negli ospedali lombardi dove presteranno servizio autonomo.
Secondo la Suprema Corte il medico specializzando non può essere considerato solo un soggetto in formazione: egli ha già conseguito la laurea in medicina e, pur avendo un'autonomia d'azione limitata, quando compie delle attività mediche può ben essere chiamato a risponderne penalmente.
E, dunque, quali sono le sue responsabilità? Il medico specializzando che è chiamato a compiere delle attività che non è in grado di compiere, o che non si ritiene in grado di compiere, deve rifiutarne lo svolgimento. In caso contrario, se ne assume la responsabilità sotto tutti i punti di vista. Ci si trova, in sostanza, di fronte a un'ipotesi di colpa per assunzione che, come ricordato dalla stessa Corte di cassazione, è ravvisabile in colui che "cagiona un evento dannoso essendosi assunto un compito che non è in grado di svolgere secondo il livello di diligenza richiesto all'agente modello di riferimento".
L'Anaao nelle settimane scorse ha presentato un ricorso al Tar di Venezia per impugnare le delibere adottate dalla Giunta a Ferragosto, che prevedono di "far fronte all' asserita carenza di personale medico specializzato nelle unità operative di pronto soccorso e nell' area internistica attraverso il reclutamento di medici non specializzati né iscritti a scuole di specializzazione, per i quali è previsto solamente un breve ciclo di formazione teorico/pratico di 400 ore (nel dettaglio 92 ore dedicate alla parte teorica e 308 ore dedicate al tirocinio) in sostituzione del canonico percorso di specializzazione".
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
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