L'ormone potrebbe divenire alla base di nuove terapie preventive e terapeutiche contro l'Alzheimer
L'ormone rilasciato quando facciamo sport - l'irisina - potrebbe avere un'azione protettiva contro la demenza e un giorno potrebbe divenire alla base di nuove terapie preventive e terapeutiche contro l'Alzheimer. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine e condotto da Fernana de Felice dell'università Federale di Rio de Janerio. La letteratura scientifica ha finora dimostrato con grande certezza che l'attività fisica aiuta il cervello a restare in salute e a non invecchiare; questo studio suggerisce che un mediatore degli effetti benefici dello sport sulla salute cerebrale sia proprio l'irisina, l'ormone rilasciato dai muscoli durante l'esercizio fisico che raggiunge l'intero organismo viaggiando nel sangue.
Gli esperti hanno condotto diversi esperimenti su topolini: ad esempio, in un primo test hanno deprivato i topini dell'irisina e visto che in assenza dell'ormone gli animali manifestano deficit cognitivi e di memoria non dissimili da quelli dell'Alzheimer.
fonte: Nature Medicine
Il finanziamento per progetti di Ricerca su prevenzione e fasi precoci della malattia di Alzheimer ed uno studio basato su tecniche di arte-terapia nel trattamento di persone affette da Alzheimer o Disturbo Cognitivo Lieve
La fase Rem carente riduce il volume di un'area del cervello
La demenza e l’Alzheimer rappresentano una sfida crescente per le famiglie e per la società. Da questa consapevolezza nasce Teseo– Una comunità che cura, un progetto attivo costruire una rete di sostegno efficace e concreta
I ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno collaborato a un lavoro che ha scoperto come due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti