Può iniziare da piccole vene nelle gambe, nel piede o nel polpaccio per estendersi a vene più grandi, dando sintomi importanti
Se non riconosciuta e non curata, una trombosi venosa può trasformarsi in embolia polmonare in 40 casi su 100. Ma la diagnosi non è sempre facile perché la malattia si può presentare come un dolore addominale improvviso che può essere scambiato per un'appendicite acuta o una peritonite. Lo ricorda Alt-Associazione lotta alla trombosi. "Una persona su quattro nel mondo muore a causa di una malattia da trombosi - rileva il presidente di World Thrombosis Day, Gary Raskob - Molti ancora non la conoscono, non riconoscono i fattori di rischio né i sintomi premonitori". La "trombosi venosa profonda - spiega la presidente di Alt, Lidia Rota Vender - è la conseguenza di un trombo che ostacola il passaggio del sangue in una vena, in qualunque parte del corpo.
Può iniziare da piccole vene nelle gambe, nel piede o nel polpaccio per estendersi a vene più grandi, dando sintomi importanti come gonfiore, dolore, incapacità di poggiare il piede a terra". Più raramente si verifica anche nelle braccia, soprattutto nei giovani che fanno esercizi che provocano un accrescimento rapido della muscolatura. L'embolia polmonare invece si verifica quando un frammento di coagulo si distacca dal trombo e viaggia nel sangue, arrivando al polmone, dove chiude uno o più rami di un'arteria provocando un infarto polmonare. "Se la causa che ha determinato l'embolia non viene eliminata o curata - conclude - può anche ripresentarsi, con gravi conseguenze Di embolia polmonare infatti si può morire, ma anche guarire se si sa come riconoscerla".
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